L’ARTISTA

Cornelius (pseudonimo di Oyamada Keigo 小山田 圭吾) è un artista giapponese, nato il 27 gennaio 1969 nel quartiere di Setagaya a Tokyo. È emerso inizialmente sulla scena musicale grazie a Flipper’s Guitar, band co-fondata nel 1989 insieme ad Ozawa Kenji e che definirà il sound dello Shibuya-kei. In seguito allo scioglimento della band nel 1991, Cornelius si imbarcherà in una carriera solista che lo vedrà diventare uno degli artisti giapponesi più apprezzati a livello internazionale.

Cornelius – il cui pseudonimo è un tributo ad un personaggio del romanzo/film Il Pianeta delle Scimmie – è conosciuto per la sua musica eclettica, che incorpora elementi spesso dissonanti con suoni armonicamente più piacevoli. Il suo approccio visionario e avanguardistico si riflette non solo nel sound, ma anche nei videoclip musicali e nelle performances live.

 

POINT (2002)

L’album che proponiamo oggi è Point, rilasciato a livello internazionale nel 2002 per l’etichetta Matador Records e di cui è stata pubblicata recentemente (31 luglio 2019) una versione rimasterizzata. Quest’ultima si compone di 14 tracce (11 già presenti nella versione originale e 3 aggiuntive):

  1. Bug (Electric Last Minute)
  2. Point of View Point
  3. Smoke
  4. Drop
  5. Another View Point
  6. Tone Twilight Zone                                                               
  7. Bird Watching at Inner Forest
  8. I Hate Hate
  9. Brazil
  10. Fly
  11. Nowhere
  12. Point of View Point (Yann Tomita Mix)
  13. Drop (The Tusen Takk Rework – Kings of Convenience Remix)
  14. Drop (Herbert’s Kangaroo Dub/ Matthew ‘cactus’ Herbert Mix)

 

Cornelius raggiunge il culmine della sua carriera con Fantasma, il suo geniale progetto del 1997. Grazie ad esso si fa conoscere a livello internazionale per la sua creatività e per la sua brillante capacità di reinterpretare suoni diversi sfruttandone al massimo le potenzialità. Se Fantasma trascina l’ascoltatore in un mondo più colorato e caotico, in cui ci si muove freneticamente in mezzo a paesaggi di ogni tipo, il mondo in cui ci trasporta Point appare più monocromatico, armonioso ed equilibrato.

Point si configura come un collage eterogeneo, fatto di sonorità che convergono geometricamente in una sola direzione, e risulta difficilmente ascrivibile ad un unico genere, date le svariate influenze musicali. Quello che colpisce sono la precisione e l’armonia con cui suoni diversi vengono mescolati insieme, in modo sintetico e meccanico, creando un risultato davvero avvincente ed originale. Un elemento da sottolineare è senza dubbio la natura, dalla quale Cornelius trae ispirazione per creare beats orecchiabili e dalla vena particolarmente funky. Ne è esempio la traccia forse più azzeccata e geniale dell’album, Drop, in cui viene campionato un suono comune e tipico della nostra quotidianità come lo scorrere dell’acqua, che accompagna tutta la traccia creando con la chitarra acustica un fantastico groove.

Uno dei tratti compositivi prevalenti riguarda il contrasto tra una tensione, che si accumula in crescendo, e la sua risoluzione, con cui si torna all’armonia iniziale. Una traccia significativa a questo proposito è Smoke, che termina – dopo un grande assolo – con la dissolvenza della voce e della chitarra in una calda atmosfera ambient contornata dal calmo rumore delle onde.

L’album è pervaso da un senso generale di serenità e pace, per cui mi sentirei di definirlo decisamente “luminoso”, eccezion fatta per I Hate Hate, il cui sound metal stona con il resto dei brani. Tracce come Tone Twilight Zone e Bird Watching at Inner Forest creano immagini vivide e stimolano l’immaginazione dell’ascoltatore, trascinandolo in mezzo alla natura. Anche qui risulta notevole l’abilità dell’artista di incorporare suoni naturali (in questo caso il cinguettio degli uccelli) nei brani; in particolare in Bird Watching at Inner Forest, dove il sample del loro fischio contribuisce ad un ritmo upbeat incalzante, grazie anche ad un’onnipresente chitarra acustica.

All’eterogeneità dell’album si aggiunge la meravigliosa cover di Brazil, il classico di Ary Barroso, reinterpretato in chiave robotica con una voce modificata a cui fanno da sfondo bip elettronici e un accordo di chitarra in loop. La versione di Cornelius, impregnata di malinconia e lontana dall’allegria dell’originale, appare un tributo ad un mondo musicale, quello brasiliano, dal quale trae sicuramente ispirazione (basti pensare alla bossa nova).

Il culmine si raggiunge a mio parere con Another View Point, brano oscuro e travolgente, dominato da una linea di basso prepotente ed aggressiva perfettamente amalgamata agli altri strumenti. La transizione al minuto 4:00 in cui lentamente riappare in crescendo la voce delicata presente in Point of View Point – la sua controparte eterea ed angelica – rappresenta il momento più trionfale dell’album, dal quale non potrete non farvi coinvolgere.

Point è un gioiello che ancora oggi, 17 anni dopo il suo primo rilascio, stupisce per originalità ed organicità. Sebbene alcuni possano contestarne l’eccessiva pulizia e meccanicità, l’eterogenea ricchezza di suoni e la scioltezza con cui ogni traccia confluisce in quella successiva ne fanno un ascolto estremamente piacevole, destinato a catturarvi.

 

— di Daniele Cavelli

 


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