Miike Takashi (nato a Yao, nella prefettura di Osaka, nel 1960) è uno dei registi più prolifici e controversi del cinema giapponese contemporaneo. Miike si è fatto notare sin dagli anni ’90 per la sua straordinaria produttività e la sua capacità di spaziare tra i generi più disparati. Con oltre cento opere all’attivo tra film, cortometraggi e serie televisive, ha costruito un universo cinematografico eccentrico, violento, grottesco ma spesso anche profondamente ironico.
Ha debuttato nel 1991 come regista con Eye Catch Junction, un film d’azione realizzato per il mercato dell’Home Video. Nonostante sia spesso associato al cinema di genere – horror, yakuza, azione – Miike non è mai stato un autore “di nicchia”. La sua filmografia include titoli cult come Audition (1999), Ichi the Killer (2001), 13 Assassins (2010) e Hara-Kiri: Death of a Samurai (2011), ma anche adattamenti di manga (Ichi the Killer, Crows Zero), incursioni nel musical (The Happiness of the Katakuris) e progetti su commissione per il mercato internazionale.
Uno degli aspetti più affascinanti del suo stile è la capacità di sovvertire le regole del genere che sta trattando. I suoi film oscillano tra il realismo estremo e l’assurdo totale, con una libertà espressiva che riflette la sua visione dissacrante e imprevedibile del mondo. Miike gioca con l’eccesso, con la violenza iperbolica, con il black humor e con i cliché.
Nonostante la sua produzione sia stata a lungo considerata marginale rispetto ai circuiti ufficiali, negli ultimi anni Miike ha ricevuto importanti riconoscimenti internazionali ed è stato invitato in festival come Cannes, Venezia e appunto il FEFF. Il suo cinema, che inizialmente poteva sembrare puro intrattenimento provocatorio, è oggi oggetto di studio accademico e rivalutato anche dal punto di vista culturale e sociale.
La presenza di Miike Takashi al Far East Film Festival è ormai una costante che testimonia la sua importanza nel panorama cinematografico asiatico contemporaneo. Il FEFF, da sempre attento a promuovere le sfaccettature più dinamiche del cinema dell’Estremo Oriente, ha spesso accolto le sue opere, contribuendo a far conoscere al pubblico europeo la radicalità e la versatilità del suo linguaggio. In un’epoca in cui il cinema giapponese si confronta con nuove sfide culturali e produttive, Miike continua a rappresentare una voce fuori dal coro: irriverente, prolifico e instancabile nel reinventarsi. La sua filmografia, ancora oggi in continua evoluzione, invita gli spettatori a superare le convenzioni e a lasciarsi travolgere da un’esperienza visiva unica e provocatoria.
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Al Far East Film Festival 27 (FEFF27) di Udine oggi sono stati proiettati, presso il cinema Visionario, due film di Miike Takashi, entrambi ispirati al classico del 1968 “Yokai Monsters: Spook Warfare”:
The Great Yokai War (2005)
The Great Yokai War: Guardians (2021)
Queste proiezioni fanno parte di una retrospettiva dedicata al folklore giapponese e ai mostri tradizionali, tema centrale del FEFF27. Queste opere cinematografiche offrono un’opportunità unica per analizzare come Miike reinterpreti le creature del folklore giapponese attraverso il cinema.
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