Tōkyō Express|| Recensione
Autore: Matsumoto Seichō
Traduzione: Gala Maria Follaco
Editore: Adelphi
Edizione: 2018 (ebook)
Ten to Sen (tradotto in inglese con il titolo di “Tōkyō Express”) si apre con la morte di un funzionario del Ministero dei Trasporti trovato accanto al cadavere di una donna che pare essersi suicidata insieme a lui, sulla costa di Kyūshū. La cosa viene archiviata come un suicidio d’amore, ma l’ispettore Torigai, protagonista del libro, sospetta che la tragica vicenda non sia in fondo quello che appare.
Pubblicato nel 1958, il testo presenta una quasi ossessiva descrizione di puntualità e progresso tecnologico in un paese che si trova a dover fare i conti con il cambiamento: Matsumoto ci porta, in una corsa contro il tempo e contro gli orari dei treni, in un viaggio attraverso il Giappone del Secondo Dopoguerra, in una narrazione avvincente che denota una profonda denuncia sociale.
L’isolamento del viaggiatore riflette la medesima precarietà di un mondo che si trova a dover ricostruirsi dopo la distruzione che la guerra ha arrecato: siamo partecipi di una società in cui il senso del dovere deve venire a compromessi con la corruzione e l’ambizione personale, in un mondo sospeso tra interessi contrastanti, in cui l’unico conforto pare essere dato dalla precarietà stessa, dalle fredde luci al neon dello spazio liminale delle stazioni alle viste paesaggistiche della costa giapponese, in una profonda malinconia.
Il graduale susseguirsi delle vicende premia il lettore attento e paziente: Matsumoto è in grado di creare una graduale tensione, che attraverso ogni singolo dettaglio si risolve in un finale dove tutti i pezzi combaciano, ma che riesce tuttavia a sconvolgere il lettore più attento.
Un romanzo meticolosamente architettato, un’indagine dal ritmo calcolato, resa viva dallo spaccato di vita quotidiana che Matsumoto così abilmente dipinge: un romanzo degno dell’attenzione che esso stesso esige dai suoi lettori.
Recensione di Francesco Meco
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