Autrice: Aoyama Michiko
Traduzione: Daniela Guarino
Editore: Garzanti
Edizione: 2022

Nato nel 2020 dalla penna di Aoyama Michiko, il romanzo Finché non aprirai quel libro (titolo originale お探し物は図書室まで, Osagashimono wa toshoshitsu made) intreccia armoniosamente le vite di cinque persone che, a prima vista, nulla hanno a che fare l’una con l’altra. Ogni capitolo narra la vita di una di loro, cominciando da Tomoka, giovane donna che ambisce a un lavoro migliore. A seguire, Ryō, che sogna di aprire un giorno un negozio di antiquariato; Natsumi, madre e lavoratrice continuamente impegnata in un tiro alla fune tra i due ruoli; Hiroya, ancora in cerca di una strada da seguire. Infine Masao, un pensionato che si confronta col senso di vuoto lasciato dal termine della carriera.

Età diverse, situazioni e necessità diverse, sogni tanto differenti quanto all’apparenza intangibili. Tramite la voce in prima persona dei personaggi l’autrice riesce a costruire per ogni capitolo dei mondi completi, indipendenti dagli altri e al tempo stesso strettamente legati tra loro da una figura eccentrica e misteriosa, quella della signora Komachi, la proprietaria di un’umile biblioteca nascosta in un quartiere di Tokyo. Infatti, ognuno di loro si ritrova per qualche motivo ad entrare nell’edificio, in cerca di… qualcosa.

Superando un separé sovrastato da una targa che recita “bibliografia” ad aspettarli c’è la signora Komachi Sayuri, che sorprende per la grossa stazza umoristicamente in antitesi con un portamento elegante e una voce soave in grado di ammaliare il cuore. Se, a primo impatto, tutti rimangono colpiti dalla figura della donna, quello che li lascia davvero destabilizzati è una semplice frase, una domanda, che li interroga su una questione altrettanto banale all’interno di un contesto come quello di una biblioteca. Con tono gentile ma imponente, la signora Komachi scruta ognuno di loro e chiede: “Che cosa cerca?”.

Così, ognuno se ne va per la propria strada portando con sé i libri richiesti in prestito e, non senza un velo di titubanza, un libro completamente sconnesso da questi ultimi, infilato tra la pila dalla bibliotecaria senza un apparente motivo. Un errore, o forse la spinta che serviva davvero per pensare, ricordare e scoprire finalmente ciò che il cuore davvero desidera. Una spinta mirata non all’offrire risposte, bensì ad aprire nuove possibili strade da percorrere al di là del vicolo cieco in cui la vita li aveva intrappolati.

Ogni capitolo, nonostante sia incentrato su essenziali storie di quotidianità, riesce deliziosamente a districare la complessità dell’animo umano, ingabbiato in una routine che scivola inesorabilmente verso sogni sepolti e accantonati in favore di una moderna lotta per la sopravvivenza. Finché non aprirai quel libro è un inno alla vita, alla riscoperta di sé, al coraggio di rimettersi in gioco…

E, forse, quello che anche voi state davvero cercando.

Recensione di Rachele Cesarini