
Autrice: Shimazaki Aki
Traduttrice: Cinzia Poli
Editore: Feltrinelli
Edizione: 2021
Hōzuki è il secondo libro della pentalogia Il peso dei segreti di Shimazaki Aki. La protagonista Kasumi è finalmente riuscita a realizzare il suo sogno: aprire un negozio di libri d’occasione a Nagoya. Al piano superiore del negozio colmo di tomi di filosofia, psicologia, linguistica e quant’altro si trova la sua piccola casa, in cui convive con sua madre appena uscita di prigione e suo figlio sordo Tarō. A sette anni, Tarō frequenta la scuola per bambini disabili, che Kasumi può permettersi solamente continuando a lavorare come entraîneuse nel club di lusso X tutti i venerdì sera.
Tra turni sfiancanti in libreria e gite occasionali col bambino, Kasumi non ha tempo né per l’amore né per futilità: cinica e determinata, non è minimamente interessata a intrattenere relazioni amicali o romantiche con persone troppo distanti da lei, che non possono capire la sofferenza e i segreti che il suo passato nasconde. Finché un giorno una signora elegante e sua figlia entrano in libreria: la piccola, Hanako, costruisce fin da subito un legame molto forte con Tarō, così tanto che le due donne decidono di farli rincontrare.
Sebbene la madre di Hanako, la signora Sato, tenti di stringere amicizia con Kasumi, lei è irremovibile: essendo la signora Sato moglie di un diplomatico, la considera troppo diversa e altolocata per poter comprendere la sua situazione di madre single. Questo causa non poco dispiacere alla signora Sato, che di giorno in giorno sembra affezionarsi sempre più a Tarō. Il suo affetto verso il figlio e il rapporto quasi fraterno nato in così poco tempo tra il bambino e Hanako stupisce Kasumi, che inizia a chiedersi come sia possibile che i due bambini riescano a comunicare senza neanche parlarsi. Quello che Kasumi ignora è che anche la signora Sato conserva un segreto, che continua a divorarla da quel fatidico giorno di sette anni prima…
L’universo femminile di Shimazaki Aki si tinge di rosa, colore della maternità, descritta in questo romanzo come un nido, un luogo sicuro in cui niente può fare del male. Kasumi sarà costretta a riconsiderare quest’affermazione quando il peso del segreto della signora Sato inizierà ad incombere su di lei e sul precario equilibrio che era riuscita a stabilire nella sua vita fino a quel momento. Kasumi dovrà far fronte a tutte le bugie aveva creato ad arte sin dall’infanzia del figlio per proteggerlo da una verità troppo scomoda.
La scrittura di Shimazaki, ricca di frasi brevi ma espressive, scava nelle pieghe dell’animo femminile per trovare il vero significato dell’essere madre. Alla fine del romanzo il lettore viene lasciato con una domanda inespressa: è meglio cercare di proteggere le relazioni attraverso le menzogne, oppure scegliere l’onestà e far gravare il peso della verità sull’altra persona? Hōzuki è un palese invito a riconsiderare i nostri rapporti, non solo con gli altri, ma anche con noi stessi, mettendo in discussione le maschere che indossiamo e il peso dei silenzi che scegliamo di portare.
Recensione di Martina Benedetta Calabrese
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