Autrice: Aoyama Nanae

Traduzione: Rebecca Suter

Editore: Rizzoli

Edizione: 2024

Nanae Aoyama è una scrittrice giapponese nata nel 1983 nella prefettura di Saitama. È diventata una delle voci più significative della narrativa contemporanea giapponese grazie al suo stile sobrio e intimista. Ha esordito nel 2005 con Mado no akari e nel 2009 ha anche vinto il Premio Kawabata per il racconto Kakera. Le sue storie, spesso ambientate nella quotidianità giapponese, sono state tradotte in numerose lingue e apprezzate anche a livello internazionale.

Nanae Aoyama scrive La sosia (にぎやかな落日) partendo da un’idea suggestiva: Ritsu, giovane scrittrice in cerca di ispirazione, viene contattata da una donna misteriosa, Kyōko Kuki, che le offre un abbondante pagamento per scrivere la biografia di sua sorella Yuri. La somiglianza surreale e inspiegabile tra la sorella deceduta di Kyōko Kuki e la protagonista Ritsu renderà il racconto sempre più macabro e inquietante.

L’atmosfera, infatti, è volutamente cupa: Aoyama spinge il lettore a intuire piuttosto che assistere direttamente all’orrore. Si percepisce la tensione che prova Ritsu mentre si inoltra in una villa sontuosa che nasconde riluttanza e vendette familiari.

Il lettore si interfaccia continuamente con una versione diversa di Ritsu in base al testimone che viene interrogato dalla protagonista, provocandogli un senso di stordimento. Si arriva così a domandarsi: come mai Ritsu e Yuri sono identiche? Perché Kyōko Kuki ha un ricordo diverso della sorella rispetto agli altri?

Aoyama, grazie al suo stile squisitamente letterario, all’interno del libro rievoca le atmosfere di Murakami e trascina il lettore in una spirale distorta all’interno della mente umana.

Un romanzo avvincente che tiene alti la tensione e il mistero fino all’ultima pagina e in cui niente è davvero ciò che sembra: ci sono porte che è meglio non aprire e storie che non si dovrebbero scrivere.

Recensione di Davide Ciaffoni