Ya Boy Kongming! The Movie è un adattamento cinematografico live-action, tratto da una serie televisiva ispirata a sua volta al manga Paripi Kōmei di Yuto Yotsuba e Ryo Ogawa. Il film narra l’incredibile avventura nel mondo della musica di Kongming, celebre stratega cinese vissuto durante il turbolento periodo dei Tre Regni (220-280 d.C.), che si ritrova misteriosamente trasportato nel Giappone contemporaneo.

Diretto da Shibue Shūhei, regista prolifico noto per il suo lavoro in ambito pubblicitario e nei videoclip musicali, e sceneggiato da Nemoto Nonji, già autore della serie televisiva originale, il film dà per scontata una certa familiarità con l’universo di Ya Boy Kongming! e, in modo più ampio, con la storia dei Tre Regni.
Zhuge Liang (181-234 d.C.), conosciuto anche con il nome di Kongming, affianca come stratega e manager la giovane cantante pop Tsukimi Eiko (interpretata da Kamishiraishi Moka), e altro personaggio importante e di supporto al protagonista è Kobayashi (Moriyama Mirai), gestore del locale di musica dal vivo dove Eiko si esibisce e appassionato sfegatato dell’epoca dei Tre Regni.
La trama principale si sviluppa lungo una linea piuttosto chiara: tre importanti etichette discografiche – Key Time, SSS e V-EX – decidono di organizzare un grande festival competitivo, una sorta di torneo musicale in cui i loro artisti si sfidano per conquistare il pubblico. Grazie al talento strategico e al costante incoraggiamento di Kongming, Eiko viene scelta da Key Time come rappresentante del gruppo dedicato alle “voci emergenti”. Parallelamente, anche Shin (Utaha), giovane cantante piena di determinazione scoperta mentre si esibisce per strada, entra in gara come nuova promessa della SSS. A spingerla sulla scena è Sima Jun (Kamio Fuju), brillante mente dell’industria musicale e fratello della ragazza. Non a caso, Sima è un discendente diretto di Sima Zhongda, storico rivale di Kongming durante l’epoca dei Tre Regni.
Con l’avvicinarsi della data del grande concerto, Eiko e Kobayashi iniziano a percepire un cambiamento inquietante in Kongming. L’uomo è turbato da sogni ricorrenti: una misteriosa porta situata nel cuore di una foresta di bambù lo chiama, come se segnasse il confine con l’aldilà. Sempre più convinto che ascoltare la voce di Eiko significhi varcare quella soglia e abbandonare il mondo dei vivi, Kongming si trova di fronte a un dilemma profondo e doloroso. Per Eiko, la soluzione appare semplice e drastica: smettere di cantare, una volta per tutte. Ma Kongming non è d’accordo. Convinto che nella voce della giovane risieda il potenziale per realizzare quella pace universale che sogna da sempre, non può permetterle di rinunciare al suo dono.
Mentre il conflitto interiore tra Eiko e Kongming si intensifica, causando sofferenza a entrambi, prende il via il tanto atteso concerto. Sul palco si alternano artisti fittizi e reali, come la boy band &TEAM, la cantante Avu-chn e così via. L’atmosfera è dominata da un’esplosione di J-pop frenetico e ad alto volume, con performance travolgenti di ballerini, cantanti e rapper che mantengono alta l’energia dall’inizio alla fine. Nel frattempo, la narrazione si complica con una serie di colpi di scena legati alle mosse orchestrate dai due strateghi rivali. Alla fine, però, tutto converge nello scontro decisivo: quello tra Eiko e Shin.
La sceneggiatura di Nonji Nemoto, pur cercando di mantenere il tono giocoso e avvincente del manga, spesso cede a cliché narrativi e soluzioni troppo semplicistiche. Il film si muove tra il desiderio di attrarre il pubblico con elementi moderni e la necessità di rispettare la fonte storica, senza mai trovare un equilibrio perfetto tra questi due mondi. La sua fusione di storia e musica è un’idea interessante, ma i temi di crescita e cambiamento che dovrebbero essere centrali nella trama si perdono in una narrazione che non riesce a superare la superficie.
Era chiaro fin dall’inizio cosa aspettarsi: durante la presentazione, l’attore protagonista definisce il film come “una festa dentro al festival”. E in effetti, il tono vivace e scanzonato della pellicola si intreccia perfettamente con l’atmosfera gioiosa del Far East Film Festival, dando vita a una sinergia naturale tra schermo e contesto.