Far East Film Festival 24 – giorno 4

Come già accennato, ci troviamo a Udine per il Far East Film Festival e abbiamo deciso di portarvi con noi parlandovi  delle proiezioni alle quali assisteremo. Essendo il festival un importante trampolino di lancio per cineasti riconosciuti ed emergenti dell’estremo Oriente, vi parleremo anche di pellicole esterne al panorama cinematografico giapponese. Le proiezioni della nostra quarta e ultima giornata vi porteranno tra le montagne della Corea del Sud e sul luogo del terremoto e dello tsunami che hanno colpito il Giappone nel 2011.

ONE DAY YOU WILL REACH THE SEA, Nakagawa Ryūtarō – Giappone, 2022

Il triplice disastro dell’11 marzo 2011 ha portato con sé molte vittime tra cui Utsuki Sumire. In One day you will reach the sea, Kotani Mana racconta questa storia al pubblico con grande dolcezza e malinconia, dando la possibilità ad altri sopravvissuti di testimoniare dei loro cari persi durante la tragedia. Il regista Nakagawa Ryūtarō dà sfogo in questo modo anche alla sua esperienza personale. Colpito da una perdita connessa al disastro nei suoi anni universitari, mostra  una profonda empatia nella pellicola che usa come strumento per dare nuova vita alle vittime e una voce ai sopravvissuti.
Inserendo una vicenda personale, sebbene di fiction, Nakagawa riesce a processare il dolore condiviso, e a mostrare i lati più fragili dei personaggi, rappresentando dopo quasi 7 anni quello che negli anni immediatamente successivi al disastro, è stato troppo difficile da raccontare.
Kotani Mana e Utsuki Sumire, sono due personaggi nettamente diversi, così come lo sono le attrici. Già al tempo del casting, è stata prestata molta attenzione alle loro diverse caratteristiche: una forte vitalità e un fascino dolce ed espressivo  che insieme non possono che funzionare. Nel film vediamo come dal primo giorno di college in cui si sono conosciute,  il rapporto delle ragazze si approfondisce, fino a raggiungere sentimenti che superano una semplice amicizia. Tali  sentimenti  tuttavia non sono mai espressi nella loro interezza, e questa amarezza accompagna gli spettatori e Mana , in un commovente percorso in nome di Sumire per trovare finalmente chiusura.
In questa pellicola dalle triplici componenti di fiction, animazione e vita reale, il regista cerca una reazione nello spettatore, che viene a contatto con la storia e con il ricordo doloroso in modo più diretto di quanto sia  possibile in Giappone. Nakagawa infatti riflette anche sulla presenza di luoghi ed elementi  storici concreti che circondano la realtà italiana , spesso assenti invece in un contesto giapponese.  Cerca quindi  di analizzare la diversa risposta che una pellicola forte come questa può essere data da pubblici ben diversi, augurandosi allo stesso tempo una distribuzione sempre più capillare, probabilmente non lontana grazie  ad un buonissimo feedback iniziale

CONFESSION, Yoon Jong-seok – Corea del Sud, 2022

Come film di chiusura della ventiquattresima edizione è stato scelto Confession, di Yoon Jong-seok.

Un giovane businessman viene condannato per l’omicidio della sua amante. Dopo essersi visto ritirato il mandato di arresto per ritornare a processo, un’avvocata di successo decide di sentire che cosa ha da dire, svelando l’oscurità che si cela dietro il presunto killer. Yoon Jong-seok in questa prima italiana ci mostra un labirinto di specchi costruito sulla base di flashback e ricostruzioni ipotetiche, senza mai abbandonare l’affascinante grammatica del thriller-noir che molto bene si adatta alla rappresentazione di questo intricato caso di omicidio a porte chiuse.

Le riprese e la produzione della pellicola, seconda opera del regista sudcoreano, sono terminate due anni fa ma, per lo svuotamento delle sale dovuto alla pandemia ne è stato posticipato il rilascio. Confession, infatti, entra per la prima volta in sala al Teatro Nuovo di Udine, mentre,  rimane inedito in patria.

Il film è una rivisitazione del mystery thriller spagnolo Contratiempo distribuito in Italia da Netflix nel 2017. Nonostante lo snobismo col quale i remake vengono visti dalla critica cinematografica, in Corea del Sud questo genere sta raggiungendo livelli sempre più alti e questo film ne è la conferma. Nell’adattamento, racconta Yoon, fra le difficoltà incontrate c’è stata la perfezione e l’attenzione ai dettagli dell’opera originale ma per il regista non era importante arrivare a un prodotto in linea con la versione spagnola ma presentare angolature e  punti di vista assenti in quest’ultima. Fra le altre difficoltà, come trovare il giusto rapporto fra lo spazio e il tempo della narrazione, la più bizzarra è stata che, nonostante il film si dipani in un’unica nevosa notte invernale, la stagione delle riprese è la stata forse la meno nevosa dell’esperienza del regista.

Presente all’incontro era anche Won Dong-yeon, produttore acclamato al botteghino sudcoreano, che con grande sagacia ha presentato il regista di cui va molto fiero. È stato proprio Won a entrare in contatto con l’originale spagnolo durante un viaggio aereo Bruxelles-Seoul e, tornato in patria, consapevole del potenziale della sceneggiatura ne ha comprato i diritti. Il suo ironicamente millantato fiuto per i soldi gli ha anche permesso di mettere insieme un cast d’eccezione: So Ji-seob e Kim Yunjin, il presunto colpevole e la presunta avvocata sono una coppia in grado di creare una potente tensione che tiene lo spettatore incollato allo schermo. Fra gli attori presente anche Nana attrice e cantante, ex-componente del gruppo After School, che nel film ha modo di mostrare un’ampio spettro di emozioni grazie alle varie versioni della scena del delitto create dal potere performativo delle parole degli altri due.

L’incontro, poi, si è spostato sul cinema sudcoreano in generale e soprattutto sul suo futuro. Sia il regista che il produttore riconoscono l’impatto dei premi dati a Parasite, prima a Cannes nel 2019 e poi da parte dall’Academy nel 2020, e a Squid Game ai SAG Awards di quest’anno, ma anche quanto la fama in realtà non sia volta a raggiungere una conoscenza veritiera della cultura coreana ma a dare un’immagine distorta dal Paese. Il successo di questi prodotti ha comunque cambiato il punto di vista del pubblico che volge sempre di più l’attenzione al panorama sudcoreano. Il produttore Won si è anche espresso sul futuro della distribuzione di prodotti cinematografici che, a suo parere, si dividerà in due: i film blockbuster ricchi di effetti visivi e sonori manterranno le regolari uscite sui grandi schermi mentre prodotti più artistici e studiati preferiranno la distribuzione via streaming.

Entrambi hanno salutato la stampa annunciando lavori in corso di produzione, Won continuerà con adattamenti, soprattutto da Webtoon, mentre Yoon si rimetterà all’opera per tornare al più presto a Udine.

Così si conclude la nostra esperienza al Far East Film Festival di Udine, vi ringraziamo per averci seguiti. A presto!

 

FEFF – Kitano’s day

Venerdì 29 aprile al Far East Film Festival di Udine è stato il Kitano’s day, un’intera giornata dedicata alla figura poliedrica di Kitano Takeshi. Durante la giornata è stato proiettato Citizen K, un biopic sul regista diretto da Yves Montmayeur e uno dei più grandi capolavori di Beat Takeshi: Sonatine. Inoltre, Kitano Takeshi si è collegato in diretta dal Giappone per ricevere il Gelso D’oro, un premio alla sua straordinaria carriera.

CITIZEN K, Yves Montmayeur – Francia, 2021

C’è chi se lo ricorda come comico irriverente, chi come buffo conte protettore del suo castello e chi come spietato yakuza. La figura di Kitano Takeshi è indubbiamente poliedrica e in Citizen K il regista Yves Montmayeur cerca di dare una visione il più completa possibile dell’artista tramite le sue stesse parole. Il cineasta francese, infatti, dopo un emozionante incontro con Kitano dove questi si commosse per i complimenti sul suo film Hanabi, decide di appassionarsi a questa figura e sviscerarne la vita e la carriera.

Kitano Takeshi nasce a Umejima nel 1947 ma subito dopo si trasferirà ad Adachi, una zona povera di Tokyo occupata dagli Americani. Dopo un’infanzia passata nella povertà e una carriera universitaria alla università Meiji si trasferirà ad Asakusa dove conoscerà due cose cose che caratterizzeranno la sua intera esperienza sul grande schermo: il mondo dell’intrattenimento comico e le faide tra famiglie della yakuza. La sua carriera inizia come uomo dell’ascensore in un cabaret francese, per poi passare nel ’74 al manzai con il duo comico “Two beats”, da dove prenderà il nome di “Beat Takeshi”. Dopo la comparsa nel film di Ōshima Nagisa, però, si rende conto che il pubblico giapponese lo considera soltanto un comico e qualsiasi ruolo egli interpretasse non sarebbe stato preso sul serio ed è qui che incomincia la sua carriera da regista di gangster movie.

Nel 1994 la sua vita purtroppo verrà segnata da un tragico incidente che gli trasfigura il volto. Da questo momento la sua carriera prende una svolta diversa da prima, riconsidera tutti quanti i concetti di morte e violenza, portando anche l’attrice nonché amica Kishimoto Kayoko a preoccuparsi seriamente di sue possibili intenzioni suicide che si rispecchiano nella sua produzione del periodo.

Insomma, Citizen K ci mostra la vera natura del maestro, che nel tempo si è dedicato a svariate forme d’arte e che non si prende mai troppo sul serio, ma con una visione cinematografica e attoriale ben precisa che ha affascinato, paradossalmente, prima il pubblico europeo e in seguito il pubblico del sol levante.

SONATINE, Kitano Takeshi – Giappone, 1993

Quasi trent’anni dopo la sua uscita, nel 1993, Sonatine di Kitano Takeshi è assurto al ruolo di capolavoro. Tuttavia, questo film di gangster deliberatamente ritmato e girato in modo lirico, che mescola violenza selvaggia e assurde bravate, sempre sottolineate dall’elegiaca colonna sonora di Joe Hisaishi, disorientò e irritò un buon numero di spettatori all’epoca.

Il fim parla della storia di Murakawa (Kitano), laconico sottocapo di una gang che con i suoi subalterni viene spedito a Okinawa a supporto di un alleato locale in un conflitto tra bande. Ma non appena egli arriva sull’isola (la versione giapponese delle Hawaii), i suoi uomini vengono presi di mira e ammazzati. Dopo aver ottenuto in qualche modo vendetta in una sparatoria, il protagonista si ritira su una spiaggia isolata con gli uomini rimasti per riorganizzarsi  – e riposarsi. Alla fine, dopo che i componenti della banda sono stati decimati e sono rimasti solo Murakawa e un giovane chimpira (apprendista gangster), il protagonista si rende conto di essere stato usato e tradito, e finalmente si rivolta contro i suoi nemici distribuendo pallottole come un angelo vendicatore.

Il finale, col suicidio di Murakawa, va controcorrente per il genere e sottolinea quanto Kitano sovverta le convenzioni di genere durante tutto il film. Per quanto sia un uomo di poche parole, Murakawa non è il tradizionale protagonista dal cuore puro, ma si pone a una certa distanza da quelli che lo circondano, osservandoli in modo guardingo e impassibile, e quando deve attaccare i suoi nemici li uccide senza il minimo sprazzo di emozione o cenno di paura. Durante la lunga e idilliaca parentesi della gang sulla spiaggia, però, Murakawa svela un’altra sfaccettatura: giocoso e malizioso, capace di autoriflessione, se non di rammarico.

Inoltre, siamo fieri di comunicarvi che la pellicola è stata tradotta e sottotitolata dai nostri tirocinanti in occasione del Far East Film Festival.

 

Far East Film Festival 24 – giorno 3

Come già accennato, ci troviamo a Udine per il Far East Film Festival e abbiamo deciso di portarvi con noi parlandovi  delle proiezioni alle quali assisteremo. Essendo il festival un importante trampolino di lancio per cineasti riconosciuti ed emergenti dell’estremo Oriente, vi parleremo anche di pellicole esterne al panorama cinematografico giapponese. Le proiezioni della nostra terza giornata vi porteranno nel lato oscuro di Hong Kong, nella provincia di Gangsu in Cina, tra i Kaiju e infine nel mondo della yakuza giapponese insieme a Kitano Takeshi.

TALES FROM THE OCCULT, Fruit Chan, Fung Chih-chiang, Wesley Hoi – Hong Kong, 2022

Quali segreti si nascondono tra le strade, i centri commerciali e le case di Hong Kong? Tra peccati, spettri vendicativi e macabre live stream Tales from the occult esprime le paure più profonde degli abitanti di questa città grazie a tre affascinanti storie di tre differenti registi. Con “The Chink” Wesley Hoi racconta la vita di una cantante pop turbata da un fantasma del passato; Fruit Chan invece ci propone una macabra storia ambientata in un centro commerciale trasmessa in live stream con “Dead mall”. Infine, Fung Chih Chiang organizza un macabro divertissement in un condominio infestato da una vecchia vittima di un crimine passionale con “The Tenement”.

WHAT TO DO WITH THE DEAD KAIJU?, Miki Satoshi – Giappone, 2022

Il nuovo film realizzato da Miki Satoshi è una commedia satirica, che ha al suo interno un motivo ricorrente della tradizione filmica giapponese: i Kaiju. Se, però, in passato la tradizione si è sempre occupata di come sconfiggere questi enormi mostri, ora il problema sta nella gestione della sua carcassa una volta terminata la guerra. Grazie alla presenza di un cast brillante, la pellicola ci mostrerà i piani, per lo più fallimentari, che il governo giapponese adotterà, senza mai perdere la vena satirica che pervade la pellicola.

RETURN TO DUST, Li Ruijun – Cina, 2022

I paesaggi del Gansu fanno da cornice alla toccante storia d’amore al centro di questa pellicola. Youtie e Guiying, rimasti soli in tarda età, vengono spinti dalle proprie famiglie a sposarsi. Nonostante le costrizioni iniziali, i due sviluppano un legame d’amore sincero che li porta a prendersi cura l’uno dell’altra. Con Return to Dust, Li Ruijun documenta attimi della vita quotidiana della Cina rurale dove forti radici si scontrano con la modernità urbana forzata sugli abitanti delle campagne.

CITIZEN K & SONATINE

Venerdì 29 aprile è stato il Kitano’s day, la giornata dedicata al maestro Kitano Takeshi. Durante la giornata è stato proiettato Citizen K, un biopic diretto dal regista francese Yves Montmayeur che racconta tutta la carriera di Beat Takeshi. In seguito è stato consegnato a Kitano Takeshi il Gelso D’oro per premiare la sua incredibile carriera, subito dopo è seguita la proiezione di Sonatine, uno dei suoi più grandi capolavori, che è stato sottotitolato da due dei nostri tirocinanti. Per saperne di più su Citizen K e su Sonatine potete leggere l’articolo dedicatogli cliccando qui.

Far East Film Festival 24 – giorno 2

Come già accennato, ci troviamo a Udine per il Far East Film Festival e abbiamo deciso di portarvi con noi parlandovi  delle proiezioni alle quali assisteremo. Essendo il festival un importante trampolino di lancio per cineasti riconosciuti ed emergenti dell’estremo Oriente, vi parleremo anche di pellicole esterne al panorama cinematografico giapponese. Le proiezioni della nostra seconda giornata vi porteranno nelle campagne mancesi, nella Cina odierna e finalmente in Giappone con due storie molto diverse ambientate a tra Tokyo e Kobe.

MANCHURIAN TIGER, Geng Jun – Cina, 2022

Xu Dong è costretto dalla moglie incinta a separarsi dal suo amato cane in quanto questa lo considererebbe un peso col neonato da crescere. L’animale viene quindi affidato a un amico che decide, però, di servirlo per cena ai suoi creditori. Oltre al desiderio di vendetta, Xu dovrà poi anche preoccuparsi della moglie tradita determinata a trovare l’amante.
Manchurian Tiger è una commedia dall’umorismo minimalista e glaciale: gli alti palazzi residenziali che si stagliano sulle campagne inaridite dal freddo mancese sono lo sfondo perfetto per la povertà materiale ed emotiva dei personaggi intenti a ricucire le trame di rapporti sempre più un bilico.

SCHEMES IN ANTIQUES, Derek Kwok – Cina e Hong Kong, 2021

Tutto parte da una preziosa e leggendaria statua di giada di un Buddha, di cui è rimasta solo la testa , in passato scoperta dalla famiglia Xu. L’antico artefatto si crede venduto ai giapponesi dal nonno del protagonista, Xu Yuan, ormai caduto in rovina a causa del disonore crollato sulla propria dinastia per questo tradimento. Al giorno d’oggi la testa è stata restituita, ma si scopre essere un falso. Per riconquistare il suo onore, Xu dovrà recuperarla, andando testa a testa con il discendente della famiglia rivale Yao, seguendo gli indizi lasciati dal defunto padre. In una corsa tra enigmi, inseguimenti e continui colpi di scena, Xu sarà disposto a tutto, per tornare a vivere una vita dignitosa.

JUST REMEMBERING, Matsui Daigo – Giappone, 2021

Il primo film giapponese di cui vi parliamo è quello diretto da Matsui Daigo, presentato al Far East Film Festival in anteprima europea. SI tratta di Just remembering, una coinvolgente storia d’amore tra i due protagonisti, l’ex ballerino Teruo e la tassista Yo.  La storia è ambientata in diversi anni ma sempre nello stesso giorno, il compleanno di Teruo. Tornando indietro nel tempo scopriremo come è nata e come si è evoluta la storia d’amore tra i due ragazzi, scoprendo anche le loro passioni, le loro personalità e gli eventi più significativi della loro vita.

MISSING, Katayama Shinzo – Giappone, 2021

Siamo a Ōsaka. Un uomo, depresso e indebitato, dopo aver confessato alla figlia di voler riscuotere la taglia su di un pericoloso serial killer, scompare. La figlia decide di intraprendere le ricerche del padre che avranno un risvolto inaspettato. Il regista, Katayama Shinzo, attraverso il genere del thriller indaga la brutalità e le intricate sfaccettature della natura umana costringendo lo spettatore ad analizzare i confini tra bene e male con una scelta apparentemente semplice che si rivelerà estremamente complessa.

Far East Film Festival 24 – giorno 1

Come già accennato, ci troviamo a Udine per il Far East Film Festival e abbiamo deciso di portarvi con noi parlandovi  delle proiezioni alle quali assisteremo. Essendo il festival un importante trampolino di lancio per cineasti riconosciuti ed emergenti dell’estremo Oriente, vi parleremo anche di pellicole esterne al panorama cinematografico giapponese. Le proiezioni della nostra prima giornata vi porteranno nelle strade dell’Indonesia, in un road trip per la Thailandia fino a salire nei quartieri della notturna Gangwon, in Corea del Sud.

ONE FOR THE ROAD, Baz Poonpiriya – Thailandia 2021

Boss è un bartender che ha aperto un bar a New York. Un giorno durante la sua vita scandita da serate a base di alcool e donne, riceve una chiamata dal suo amico di vecchia data Aood che, poiché malato di leucemia, gli chiede di tornare in Thailandia e intraprendere un viaggio con lui per sistemare tutti i conti in sospeso della sua vita. Il regista Baz Poonpiriya, con la collaborazione di Wong Kar-wai, porta al festival un road movie da manuale, diviso in atti scanditi dai vecchi mixtape del padre ricollegati ai nomi delle ex fidanzate di Aood, lasciando spazio a momenti di comicità che spezzano il lungo travaglio sentimentale dei due protagonisti.

YUNI, Kamila Andini – Indonesia, 2021

Yuni, film diretto da Kamila Andini, incentrato sulla vita di un’adolescente brillante e curiosa, ci porta per le strade dell’Indonesia profonda in un villaggio vicino Jakarta. L’emancipazione e la sessualità femminile sono temi centrali della pellicola. La protagonista cerca infatti, di sfuggire alle norme imposte da una rigida società patriarcale rifiutando le numerose proposte di matrimonio, andando così contro il volere della gente intorno a lei. Ignorando le traduzioni, Yuni, riuscirà a seguire il suo sogno di emanciparsi continuando a studiare.

THUNDERBIRD, Lee Jae-won – Corea del sud, 2022

Thunderbird è la prima opera del giovane regista Lee Jae-won che ha esordito proprio al Far East Film Festival in anteprima mondiale.  Thunderbird è un thriller che parla di una notte lunga e disperata che vede protagonisti molti personaggi, il cui tratto principale, evidenziato anche dal regista prima della proiezione, è la solitudine. La storia parla di Tae-min che deve ripagare i suoi debiti di gioco con i soldi che ha lasciato nella sua auto, una Audi A4 anche nota come Thunderbird. Tuttavia, nel tentativo di recuperare l’auto che era stata impegnata, Tae-min coinvolge la sua ragazza Mi-young e suo fratello Tae-gyun in un’avventura noir e pulp dove tutto può accadere e nessuno ha la coscienza veramente pulita.

Per rimanere aggiornati e sapere di più sulla nostra esperienza al FEFF, continuate a seguirci sui nostri canali!

 

 

Associazione Takamori X Far East Film Festival 24

Dopo due anni di pandemia, riparte il FEFF con la sua conformazione classica. Dopo un’edizione interamente digitale e una divisa fra il pubblico in streaming e quello nella sala del cinema Visionario, con la ventiquattresima edizione le proiezioni tornano anche al teatro Nuovo di Udine.
Sarà possibile anche godere di alcune proiezioni via streaming: il FEFF online, infatti, offrirà 28 titoli fra quelli in programma: 14 disponibili in tutto il mondo, 15 in Europa e 28 in Italia. Trovate tutte le info sugli accrediti per le proiezioni online su: https://www.mymovies.it/ondemand/24feff/

Dal 1999, produttori e distributori dalla Thailandia al Giappone hanno riconosciuto Udine come fondamentale trampolino di lancio in Europa e, nonostante il blocco globale causato dalla pandemia, le oltre 400 submission di quest’anno lo confermano. In quest’edizione, il festival gioca sul tema delle connessioni: fisiche, elettroniche, geografiche ed emotive delle quali vi parleremo nei prossimi giorni.

Come Associazione Takamori siamo stati invitati a partecipare al festival nel periodo B che va da oggi, 27 aprile, alla serata finale di fine festival del 30 aprile. Ci è stata anche assegnata la sottotitolazione di Sonatine, capolavoro cinematografico del regista e attore giapponese Takeshi Kitano. Il cineasta, colosso della scena mondiale, riceverà il Gelso d’Oro alla carriera nell’edizione di quest’anno.

Per sapere di più sulle proiezioni e le interviste alle quali parteciperemo e su Takeshi Kitano, continuate a seguirci sul nostro sito e sui nostri profili social.