Il corpo sa tutto (2000)

Autrice: Yoshimoto Banana

Titolo originale: 体は全部知っている

Editore: Feltrinelli

Traduzione: Giorgio Amitrano

Edizione: 2012

Pagine: 144

Il corpo sa tutto è una raccolta di racconti della famosissima scrittrice Yoshimoto Banana, pubblicato per la prima volta in Giappone nel 2000, e in Italia nel 2004 da Feltrinelli.

Il libro contiene 13 brevi storie, unite da un filo conduttore: la connessione tra corpo e psiche, attaccati al dolore fino ad opporsi alla guarigione. Esse dipanano l’arduo percorso dal dolore alla guarigione attraverso una vasta gamma di modulazioni, tra prove, ostacoli e difficoltà, ma anche piccole gioie, fino ad arrivare alla liberazione, che accarezza la mente e alleggerisce il peso della carne.

Così, l’autrice esplora temi prevalentemente legati alla condizione giovanile: conflitti drammatici, traumi psichici, problematiche apparentemente irrisolvibili, che alla fine si sciolgono grazie ad un raggio di illuminante intuizione che consente ai personaggi di superare le loro crisi più forti e arricchiti.

Con Il corpo sa tutto, ancora una volta, Yoshimoto Banana pone particolare attenzione ai giovani e offre ai suoi lettori un caleidoscopico paesaggio del Giappone contemporaneo: visionario e realistico, doloroso e ottimista allo stesso tempo.

Sebbene analizzi tematiche di un certo spessore che ci inducono a riflettere, come il dolore e la malattia, questo libro riesce ad essere piacevole e confortante grazie al peculiare e inconfondibile linguaggio dell’autrice: fresco, accessibile a tutti, semplice ma efficace.

 

—recensione di Sofia di Bari

 

Nankyoku Ryōrinin (2009)

Cineteca JFS!

Anche questa settimana l’Associazione Takamori vi fa compagnia raccontandovi un nuovo film. Quello che vi presentiamo oggi è Nankyoku Ryōrinin, una commedia del 2009 dal titolo inglese The Chef of South Polar, diretta da Okita Shūichi.

La passione di Nishimura, il protagonista, è la cucina; tuttavia, non avrebbe mai immaginato che un giorno sarebbe stato coinvolto in una spedizione alla Dome Fuji Station, nei pressi del Polo Sud. Il giovane e i suoi compagni di squadra saranno messi alla prova ripetutamente e affronteranno numerose difficoltà e crisi esistenziali nel freddo polare. La pellicola ha ricevuto il premio per il Miglior Attore non Protagonista alla cinquantunesima edizione dei Blue Ribbon Awards e quello per il Miglior Attore allo Yokohama Film Festival del 2010.

Guarda il nostro video qui!


L’Associazione Takamori dispone di un ampio database di sottotitoli italiani per film giapponesi a cura dei membri dell’associazione stessa. Vi ricordiamo che il database di tutti i sottotitoli dei nostri film sono a vostra disposizione qualora siate interessati a proiettarli all’interno delle vs manifestazioni. Oppure potete richiederci anche una nuova sottotitolazione! Basta scrivere a: info@takamori.it

Dawn Wind in my Poncho (2017)

(Giappone, 2017)

Regia: Hirohara Satoru

Cast: Nakamura Aoi, Nakano Taiga, Yamamoto Yuma

Genere: commedia

Durata: 90 minuti

Lingua: Giapponese

Dawn Wind in my Poncho (ポンチョに夜明けの風はらませて, Poncho ni yoake no kaze haramasete) è un film comico giapponese del 2017 del regista Hirohara Satoru, basato sul romanzo omonimo di Kazumasa Hayami. Il film è stato selezionato per la 61° edizione del Berlin International Film Festival.

Il film racconta la storia di un gruppo di amici.  Il giorno della pubblicazione dei risultati del test di ingresso dell’università, Jin scopre di non essere stato ammesso. Vicini al giorno della cerimonia di diploma, Jin e i suoi due amici, Matahachi e Jambo, decidono di fare un ultimo viaggio tutti insieme. Lungo il loro viaggio incontrano Ai, una cantante emergente troppo ribelle per quel che il pubblico desidera, e Maria, una ragazza che lavora alla “Clinica dell’amore” in cui Jambo si fermerà per una consultazione particolare.

La prima metà di film è molto leggera e spensierata, i nostri scanzonati personaggi mostrano tutta la loro eccentricità in ogni contesto gli venga presentato. La seconda parte di film invece prende tono più serio a seguito di una rivelazione che ci permette di vedere sotto un’altra luce il personaggio di Matahachi. Se prima di questa rivelazione i protagonisti non avevano un vero scopo, avendo deciso di partire su due piedi, si ritroveranno poi in una gara contro il tempo per raggiungere il loro obiettivo.

Si tratta di una pellicola leggera, che coinvolge lo spettatore fin da subito e che lo fa affezionare ai protagonisti man mano che la vicenda va avanti. L’amicizia che lega i tre protagonisti li porta a fare di tutto pur di aiutarsi l’un l’altro.

Questo è un film sicuramente consigliato per gli amanti delle commedie o delle storie di formazione. Una storia di amicizia e di scoperta di sé, da non perdere.

 

— recensione di Alessandro Canale.

back number – MAGIC (2019)

I back number sono un gruppo pop rock formato nel 2004 da tre compagni del liceo della prefettura di Gunma. Dal 2006, il gruppo è composto da Shimizu Iyori (voce e chitarra), Kojima Kazuya (basso e seconda voce) e Kurihara Hisashi (batteria).

La loro discografia è composta da otto album e numerosi singoli, tra cui due produzioni in particolare hanno contribuito maggiormente al loro successo: il singolo Christmas Song, al primo posto della classifica Billboard Japan Hot 100 nel 2015, e il loro album più famoso: Encore (アンコール), che ha raggiunto i primi posti fra i dischi più venduti del 2017.

Il loro ultimo album, MAGIC, di cui vi parleremo oggi, rappresenta in gran parte lo stile della loro produzione, ma introduce alcune novità che lo rendono particolarmente interessante.

Titolo: MAGIC

Anno di rilascio: 2018

Casa discografica: Universal Music Japan

Tracce: 12

Durata: 47 minuti

 

Tracklist

  1. 最深部
  2. Summer Wonderland
  3. 瞬き
  4. 明るい夜に
  5. Artist
  6. Old Fashion
  7. Loneliness
  8. 雨と僕の話
  9. Exhibition Death Match
  10. Monaural Fantasy
  11. Happy Birthday
  12. 大不正解

Nell’album si susseguono brani squisitamente rock, come 最深部 (Saishinbu), Artist, Loneliness o Exhibition Death Match nei quali la chitarra elettrica e la batteria sono protagoniste della creazione di un ritmo veloce, incalzante, e talvolta prevalgono rispetto alla voce in assoli che introducono o seguono il ritornello. I ritmi rock sono spezzati da brani come 瞬き (Mabataki),  明るい夜に (Akarui yoruni) o Old Fashion nei quali la presenza di questi strumenti si attenua, in uno stile più pop che lascia ampio spazio alla voce di Shimizu, a volte accompagnata anche da pianoforte e chitarra acustica, in particolare in 雨と僕の話 (Ame to boku no hanashi). Qui la voce acquista un ruolo fondamentale, ed è questo il brano nel quale possiamo apprezzare al meglio l’abilità del cantante nel continuo passaggio da voce di petto a voce di testa, attraverso il quale riesce a trasmettere alla perfezione tutta l’emozione racchiusa nel testo.

 

Questo alternarsi di rock, pop e ritmi più acustici è ciò che caratterizza la produzione dei back number, ma in questo album il divario fra i generi si fa molto più accentuato. Rispetto al loro disco più conosciuto, Encore, questa volta troviamo infatti una maggiore presenza di brani rock, nei quali le caratteristiche proprie del genere emergono in modo molto più evidente. Questi pezzi, sapientemente intervallati da ballate e melodie più soft, lo rendono un album incredibilmente vario, che sorprende l’ascoltatore canzone dopo canzone.

— recensione di Luca Levoni.

Love and Honor (2006)

Cineteca JFS!

Anche questa settimana l’Associazione Takamori vi fa compagnia raccontandovi un nuovo film. Quello che vi presentiamo oggi è Love and Honor, un dramma storico del 2006, diretto dal pluripremiato Yamada Yōji.

È il terzo capitolo della sua “trilogia del samurai”, una serie di tre film basati sui racconti di Fujisawa Shūhei, tutti incentrati su figure samuraiche. Nel Giappone del periodo Edo, un samurai di basso rango, di nome Mimura Shinnojō, lavora come assaggiatore del signore feudale locale, ma è insoddisfatto di questo impiego. Un giorno, il suo fato cambia improvvisamente: dopo aver assaggiato dei molluschi avvelenati, originariamente destinati al Daimyō, perde completamente la vista. Tra gli innumerevoli premi ricevuti dalla pellicola, ricordiamo quelli per la Migliore Cinematografia e il Miglior Attore non Protagonista al Japan Academy Film Prize del 2007, e quello per la Miglior Musica allo Shanghai International Film Festival dello stesso anno.

Guarda il nostro video qui!


L’Associazione Takamori dispone di un ampio database di sottotitoli italiani per film giapponesi a cura dei membri dell’associazione stessa. Per ulteriori informazioni, contatti e collaborazioni:

Indirizzo di posta elettronica: info@takamori.it