Lingua e cultura giapponese: l’intuizione della bellezza – Intervista a Francesco Vitucci

L’Associazione Takamori è lieta di presentarvi l’intervista di Vivere Fermo al docente Francesco Vitucci: Lingua e cultura giapponese: l’intuizione della bellezza, in cui parla della sua esperienza sull’approccio allo studio del giapponese, da studente e da insegnante. Un focus sulle tappe del percorso dall’apprendimento della lingua alla scelta della carriera. Potete trovare l’intervista qui

L’Associazione Takamori dispone di un ampio database di sottotitoli italiani per film giapponesi a cura dei membri dell’associazione stessa. Vi ricordiamo che il database di tutti i sottotitoli dei nostri film sono a vostra disposizione qualora siate interessati a proiettarli all’interno delle vs manifestazioni. Oppure potete richiederci anche una nuova sottotitolazione! Basta scrivere a: info@takamori.it

 

Maison de Himiko (2005)

Cineteca JFS!

Anche questa settimana l’Associazione Takamori vi fa compagnia raccontandovi un nuovo film. Quello che vi presentiamo oggi è Maison de Himiko, un film drammatico del 2005, diretto da Inudō Isshin.

Uscito il 27 agosto del 2005, racconta la storia di Saori, una giovane donna che lotta per farsi strada nella vita. Suo padre Himiko, omosessuale, ha abbandonato lei e sua madre anni prima; da allora, Saori vive negando la sua esistenza e odiandolo. Finché un giorno non riceve una visita inaspettata da Haruhiko, l’amante di suo padre, venuto per comunicarle che quest’ultimo sta per morire a causa di un cancro. Riuscirà Saori a ricucire il legame con suo padre? Se volete sapere come andrà a finire, vi invitiamo calorosamente a vederlo con l’Associazione Takamori!

Guarda il nostro video qui!


L’Associazione Takamori dispone di un ampio database di sottotitoli italiani per film giapponesi a cura dei membri dell’associazione stessa. Vi ricordiamo che il database di tutti i sottotitoli dei nostri film sono a vostra disposizione qualora siate interessati a proiettarli all’interno delle vs manifestazioni. Oppure potete richiederci anche una nuova sottotitolazione! Basta scrivere a: info@takamori.it

 

Ichiko Aoba – Windswept Adan (2020)

Ichiko Aoba (青葉市子), nata nel 1990 a Urayasu, nella prefettura di Chiba, è una cantautrice giapponese.
Esordisce nel 2010 con l’album Kamisori Otome e da allora ha pubblicato 6 album:

-Origami (檻髪), 2011
-Utabiko (うたびこ), 2012
-0, 2013
-Mahoroboshiya (マホロボシヤ), 2016
-Qp, 2018
-Windswept Adan (アダンの風), 2020

La sua produzione è prettamente folk e ambient, con sfumature pop/rock. Tratti distintivi quali chitarra classica onnipresente e voce delicata ed eterea la rendono un’artista unica nel panorama musicale giapponese. Come affermato da lei stessa, la sua musica è ispirata dalle colonne sonore Disney e dello Studio Ghibli, e trae l’ispirazione per i suoi testi dai suoi sogni.
Vanta inoltre di importanti collaborazioni: Ryuichi Sakamoto, Haruomi Hosono, Cornelius sono solo alcuni tra questi. Oltre a produzioni musicali proprie, ha creato musiche per videogiochi, anime e teatro.
Oggi parleremo del suo ultimo album, Windswept Adan, pubblicato nel 2020 per la prima volta sotto la sua etichetta musicale hermine.

Ci sono stati molti pareri discordanti su quest’album, da molti accolto positivamente, da altri, come i fan di lunga data della cantautrice, è invece visto come troppo distante dalla sua solita produzione.
Infatti, Windswept Adan per molti versi si avvicina ad essere un album più experimental che tradizionalmente folk, ma in realtà non è altro che un punto di forza per essere considerato uno dei migliori dischi ad essere pubblicati nel 2020.
Titolo: Windswept Adan (アダンの風)
Anno di rilascio: 2020
Etichetta: hermine
Tracce: 14
Durata: 50 minuti

Tracklist

1. Prologue
2. Pilgrimage
3. Porcelain
4. Horo
5. Easter Lily
6. Parfum d’étoiles
7. Kirinaki Shima
8. Sagu Palm’s Song
9. chinuhaji
10. Chi no Kaze
11. Hagupit
12. Dawn in the Adan
13. ohayashi
14. Adan no Shima no T anjyosai

L’album si apre con Prologue, 4 minuti e 55 di una magia di suoni perfettamente sovrapposti: l’organo, il flauto, la sua voce che risuona in lontananza, il tutto avvolto dal suono delle onde del mare. Suoni registrati da lei stessi, nella costa Honohoshi dell’isola subtropicale di Amami. Il mare che non è altro il concept di tutto l’album, a partire dalla stessa copertina e dal fatto che riesce a cullarti e quasi ti porta in un viaggio subacqueo, ovattando il mondo esterno. Il disco vede intramezzi strumentali, come nel caso di Parfum d’étoiles, chinuhaji fino ad arrivare a  ohayashi, che vanno a creare un vero e proprio climax.
Horo e Kirinaki Shima vedono vocalizzi a cappella e suoni effimeri, e tracce come Pilgrimage, Porcelain e Easter Lily sfociano nel chamber folk con delicati suoni di chitarra e percussioni non proprio convenzionali; con Sagu Palm’s song e Dawn in the Adan ritroviamo i suoni propri della cantautrice che rimandano ai dischi precedenti.
In Chi no Kaze e Hagupit, la delicata presenza di chitarra e violini e gli estesi vocalizzi ci preparano all’ultima traccia dell’album, Adan no Shima no Tanjyosai. Inizialmente c’è solo la presenza della voce e la chitarra che l’accompagna, ma presto viene affiancata da archi, poi flauti: ogni strumento si sovrappone discretamente fino a quando tutto finisce con il suono delle onde.
Inizia col mare, finisce col mare, ma la voglia di immergersi e riascoltarlo, quella non finisce.

 

—recensione di Anna Maria Meccariello.

 

 

Akushon! – I registi di JFS: Ogigami Naoko parte 2

Akushon! – I registi di JFS

Anche questa settimana l’Associazione Takamori vi fa compagnia parlandovia di un regista giapponese. Questa volta continuiamo a parlarvi di Ogigami Naoko, in un approfondimento sui suoi titoli.

Yoshino’s Barber Shop (2004): la regista qui si confronta con l’ambito della tradizione e della sua supposta autorevolezza, che col tempo e in mancanza di un pensiero critico su di essa si trasforma in omologazione totale.
Megane (2007): Ogigami dipinge la vita in questa fetta di mondo fuori dal tempo e dallo spazio. Le vicende ruotano attorno a un’attività a prima vista poco sensata, ma che si scopre reale e vitale: il meriggiare.
Rentaneko (2012): una pellicola incentrata sul tema della solitudine che viene affrontato con un costante velo di ironia.
Close-Knit (2017): qui la regista pone al centro della pellicola le problematiche della discriminazione di genere vista sia dagli occhi di una donna transessuale che dallo sguardo di una bambina, con il costante alternarsi di scene di comicità e altre più crude.

 

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L’Associazione Takamori dispone di un ampio database di sottotitoli italiani per film giapponesi a cura dei membri dell’associazione stessa. Vi ricordiamo che il database di tutti i sottotitoli dei nostri film sono a vostra disposizione qualora siate interessati a proiettarli all’interno delle vs manifestazioni. Oppure potete richiederci anche una nuova sottotitolazione! Basta scrivere a: info@takamori.it

 

The Woodsman and the Rain (2011)

The Woodsman and the Rain, キツツキと雨
(Giappone, 2011)

Regia: Okita Shūichi

Cast: Yakusho Kōji , Oguri Shun, Yamazaki Tsutomu, Kora Kengo

Genere: commedia

Durata: 129 minuti

 

The Woodsman and the Rain è una commedia del 2011 diretta da Okita Shūichi e ambientata nell’entroterra giapponese. Qui Katsuhiko Kishi, rimasto vedovo da tre anni, lavora come taglialegna. Katsuhiko vive con il suo unico figlio Koichi e con lui ha un rapporto complicato, dato che non soddisfa le sue aspettative. Un giorno Katsuhiko viene coinvolto controvoglia nella ripresa di un film per la ricerca della location e finisce per diventare una comparsa. A dirigere il film è un giovane introverso, anch’egli di nome Koichi, che inizialmente non si guadagna la simpatia di Katsuhiko. Tuttavia una sera quest’ultimo dà un passaggio al giovane direttore, che si dimostra sorpreso per l’improvviso interesse del taglialegna verso il suo copione. Koichi viene fermato dal suo manager, il signori TorĪ, mentre cercava di scappare a Tokyo. Quella sera viene dunque accolto da Katsuhiko, rimasto solo a casa dato che suo figlio Koichi è invece riuscito ad andare a Tokyo.

Il taglialegna e il giovane iniziano a sviluppare una relazione quasi come di padre e figlio: mentre Katsuhiko inizia a meglio comprendere l’indole del ragazzo, Koichi progressivamente si apre a lui. Katsuhiko lo aiuterà nella produzione del film, chiamando gli abitanti del villaggio e coinvolgendoli nelle riprese, nonché costruendo una sedia da direttore in legno come dono per il giovane.

Koichi acquisisce così la fiducia in se stesso, mentre Katsuhiko comprende meglio come essere un padre. Durante l’anniversario di morte della moglie, infatti, riuscirà a ricongiungersi a suo figlio.  Alla fine Katsuhiko aiuterà anche a far terminare le riprese entro la scadenza, riuscendo a sfruttare il momento di quiete dopo una pioggia improvvisa. Anche nei film successivi, Koichi porterà la sua sedia in legno sempre con sé.

Qualsiasi elemento del film, dalle luci alle musiche, fa sentire lo spettatore un’atmosfera calda e familiare, come quella delle campagne, che si può rispecchiare nei rapporti del signor Katsuhiko che nascono e si rimarginano. The Woodsman and the Rain è un film caloroso e che scalda il cuore di chi lo guarda.

—recensione di Eleonora Cuccu.