Midnight Diner (2014)

Midnight Diner, 深夜食堂
(Giappone, 2014)
Regia: Matsuoka Joji
Cast: Kobayashi Kaoru, Ayata Toshiki, Fuwa Mansaku
Genere: commedia, slice of life
 Durata: 119 minuti

 

Midnight Diner è un film del 2015 diretto da Matsuoka Joji, tratto da una serie
tv del 2009, le cui ultime due stagioni di dieci episodi l’una, sono state
prodotte e distribuite da Netflix, con il titolo Midnight Diner: Tokyo Stories. Ve
ne avevamo parlato già qualche anno fa (per saperne di più, clicca qui). L’ultima stagione è stata
aggiunta al catalogo nel 2019.
La serie televisiva a sua volta è tratta da una serie di manga, scritta e
illustrata da Abe Yarō, tradotta in italiano quest’anno, con il titolo La taverna di
mezzanotte.
Visto il largo seguito in Giappone e all’estero, nel 2016 è uscito anche
un sequel del film, Midnight Diner 2, dello stesso regista.

Il protagonista e narratore è il Maestro, un cuoco di una piccola taverna
situata nel cuore di Shinjuku, nella caotica Tokyo, che apre a mezzanotte e
chiude con il sorgere del sole. Dal momento che è aperto solo di notte, il
locale è caratterizzato da un’atmosfera onirica, qualcosa che può esistere
soltanto mentre il resto della città dorme. I clienti, perlopiù clienti abituali,
fanno visita al locale per beneficiare del clima accogliente e della
saggezza del cuoco, che si pone nei loro confronti come una figura paterna,
in grado di risolvere i problemi altrui preparando piatti semplici ma cucinati
con cura.

Il film è diviso in tre sequenze, ognuna legata a un piatto particolare
(spaghetti naporitan, riso totoro e riso al curry) richiesto da tre nuovi clienti,
che entrando in scena rompendo l’equilibrio, incuriosendo gli habitué con le
loro storie e i loro problemi. Fa da cornice ai singoli episodi la storia di
un’urna funeraria dimenticata lì all’inizio del film, che sembra preoccupare il
Maestro.

Midnight Diner è il comfort movie per eccellenza, in grado di rassicurare lo
spettatore così come i piatti del Maestro sono in grado di risolvere i problemi
dei clienti della taverna. Le storie che racconta sono storie di tutti i giorni, ma
non per questo meno importanti: vengono ascoltate con attenzione dal
Maestro, che senza alcun giudizio e senza essere indiscreto trova la
soluzione perfetta. Lo spettatore non potrà fare a meno di pensare che tutto
andrà bene.

 

— recensione di Giorgia Caffagni.

 

Wednesday Campanella – Galapagos (2018)

I Suiyōbi no Kampanera (水曜日のカンパネラ, in inglese Wednesday Campanella) sono un gruppo musicale formato nel 2012 da Kenmochi Hidefumi (musica, testi), Dir.F (Yasuhiro Fukunaga, direttore) e KOM_I (“Komuai” Misaki Koshi, voce) che è l’unico membro ad esibirsi sul palco. Il nome del gruppo fa riferimento al fatto che il trio si riuniva in sala prove sempre il mercoledì.

La loro discografia è costituita da diversi mini-album e album, tra cui Watashi wo Onigashima ni Tsuretette (2014) che include il singolo di successo Momotarō e SUPERMAN (2017).

Stavolta vi presentiamo il loro ultimo album in studio, Galapagos.

 

Titolo: Galapagos (ガラパゴス)

Anno di rilascio: 2018

Casa discografica: Warner Music Japan INC.

Tracce: 8

Durata: 36 minuti

 

Tracklist

  1. The Bamboo Princess
  2. Minakata Kumagusu
  3. Picasso
  4. Melos
  5. Matryoshka ft. Moodoïd
  6. Three Mystic Apes
  7. The Sand Castle
  8. A Cat Called Yellow

Non il solito J-pop

Come i precedenti lavori del gruppo, tratta tematiche incentrate sul folklore giapponese e su grandi personalità (Picasso). L’album si apre proprio con una traccia su Kaguya-hime, un classico della tradizione del X secolo: la storia della bambina trovata in una canna di bambù che diventa una bellissima principessa, la quale si scopre essere proveniente dalla luna. Il video musicale unisce alla perfezione questi elementi di tradizione popolare ad altri squisitamente contemporanei con un tocco avant-garde. Da notare inoltre Melos, ispirata dal racconto 走れメロス (Run, Melos!) di Dazai Osamu, e Matryoshka, con alcuni versi in francese.

Il sound non è quello del solito J-pop: include elementi sperimentali, di art pop ed elettronica. Se all’inizio dell’album ha toni più vivaci, verso la fine ne acquisisce di più tenui, soffusi e malinconici. Stessa cosa per i testi, solo nelle prime tracce ironici e colmi di giochi di parole e riferimenti per noi difficili da cogliere.

Come suggerisce il titolo, Galapagos è un album dai toni esotici e piacevole all’ascolto.

 

— recensione di Eleonora Cuccu.

JFS Fall Edition 2020: Tokyo Nanmin

Sono disponibili all’acquisto i biglietti di Tokyo Nanmin! 📢📢

Vi aspettiamo il 27 ottobre alle 21:00, presso il Cinema Rialto.

Vi ricordiamo che, per le norme di sicurezza anti covid-19, i posti in sala saranno dimezzati.

affrettatevi! potete acquistare i biglietti cliccando qui.

Per saperne di più sul film clicca qui.

Japanese Film Selection – Fall Edition

Questo autunno torneremo a farvi compagnia nella sala del cinema Rialto di Bologna! Vi presentiamo la rassegna JFS Fall Edition:

-27 Ottobre Tokyo Nanmin

-24 Novembre Dear Etranger

-15 Dicembre The little girl in me

SAVE THE DATE! Sarà possibile prenotare i biglietti con largo anticipo.

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Ankoku Joshi (2017)

Titolo (inglese):  The Dark Maidens (暗黒女子)

(Giappone, 2017)

Regia: Yakumo Saiji

Cast: Shimizu Fumika , Iitoyo Marie, Seino Nana,

Tamashiro Tina, Riria, Taira Yuna,

Masu Takeshi, Chiba Yudai

Genere: mistero

Durata: 105 min.

Basato sull’omonima light novel di Akiyoshi Rikako, Ankoku Joshi  racconta un incontro di un club letterario del tutto peculiare.

La trama

L’istituto superiore cattolico Vergine Maria è stato sconvolto dalla misteriosa morte di Shiraishi Itsumi, figlia del direttore. I membri del club letterario di cui la ragazza era fondatrice si riuniscono per fare luce sulla vicenda, sotto la guida di Sumikawa Sayuri, loro compagna e migliore amica della fanciulla defunta. Ognuna di loro legge la propria storia – e dunque la propria versione: dalla nascita della loro amicizia con Itsumi fino all’identificazione di una sospettata. Ben presto, però, emergeranno delle incongruenze.

Un’oasi “occidentale”

Il film è caratterizzato da un intreccio abbastanza complesso e da un’estetica di stampo occidentale: le storie raccontate si differenziano nei generi – una ha addirittura elementi horror. Ricorrono nell’ambientazione arredamenti rinascimentali e prodotti europei come profumi e cibi, mentre i colori variano da tonalità calde e brillanti negli ambienti interni a chiare e delicate in quelli esterni. Frequenti sono i riferimenti ad artisti angloamericani ed europei del ‘900; la colonna sonora è composta da musica classica.

Sono proprio queste caratteristiche a colmare i tratti “adolescenziali” della narrazione e a rendere Ankoku Joshi un film di piacevole visione.

 

— recensione di Eleonora Cuccu.