Statua di Saigō Takamori, Parco di Ueno, Taito-ku, Tokyo

L’Associazione Takamori oggi, 24 settembre, ricorda l’anniversario della morte di Saigō Takamori, avvenuta nel 1877, del quale l’Associazione porta il nome.
Dapprima fervente sostenitore, poi grande critico della Restaurazione Meiji, ebbe un ruolo fondamentale nell’abolizione del sistema feudale giapponese e nella creazione di un esercito imperiale costituito da soldati di professione.
Grande sostenitore dell’ammodernamento dell’esercito, fu invece sempre contrario alla modernizzazione forzata del paese e all’apertura del commercio con l’Occidente. Proprio queste sue divergenze di vedute lo portarono a lasciare tutte le cariche governative e a fare ritorno nella prefettura natale di Kagoshima.
Lì, fondò un’accademia militare e influenzò talmente tanto la politica della provincia che il governo imperiale, temendo una rivolta, inviò un cospicuo contingente per sequestrare le armi della città.

Saigō Takamori (seduto, in uniforme francese), circondato dai suoi ufficiali, in abbigliamento tradizionale.
Articolo su Le Monde Illustré, 1877.


Questo episodio segnò l’inizio della ribellione di Satsuma, al capo della quale si pose Takamori in persona. Egli morì durante la battaglia di Shiroyama, combattuta tra 30,000 soldati imperiali e circa 500 samurai. Dopo una strenua resistenza, quando ormai rimanevano circa 40 samurai a lui fedeli, decise di commettere seppuku per salvaguardare la propria integrità e il proprio onore. A lui sono stati ispirati molti film e sceneggiati, come “L’ultimo Samurai” e “Saigodōn”.