Autore: Tanishi Kingyo, Santō Kyōden, Umebori Kokuga

Titolo: Il rovescio del broccato

Editore: Atmosphere libri

Traduzione: Cristian Pallone

Edizione: 2019

Pagine: 273

Atmosphere propone in traduzione italiana quattro racconti ambientati nel quartiere di piacere di Yoshiwara, nell’antica Edo (attuale Tokyo) verso la fine del XVIII secolo. La diffusione dei quartieri di piacere risale al 1617 sotto lo shogunato Tokugawa. Erano presenti in tutto il Giappone ma, con la crescente importanza della capitale Edo, molti tenutari di case private decisero di spostarvi la loro attività. Venne loro data una porzione di terreno e, così, nacque il quartiere di Yoshiwara. Vi erano vari livelli di cortigiane, il primo era rappresentato dalle oiran. Vi erano anche le geisha, per cui è più corretta la definizione di intrattrenitrici. Esse infatti non si prostituivano: quella che le identifica con prostitute è una visione occidentale nata verso la fine del XIX secolo dovuta ad una generalizzazione compiuta dai viaggiatori che definivano con questo termine le donne dedite ad ogni forma di intrattenimento, senza differenziare.

Edo umare uwaki no kabayaki (1785) di Santō Kyōden

Quando si parla delle opere del Gesaku, è molto interessante notare come difficilmente si tratti di letteratura come noi la intendiamo: il testo veniva prodotto in xilografia e la parte visiva era particolarmente importante. La collaborazione tra scrittore e disegnatore era fondamentale ed alcuni scrittori, tra cui lo stesso Santō Kyōden, creavano le illustrazioni delle proprie opere.  In queste si racconta di un mondo elegante, dove citazioni colte e un aspetto nobile sono necessarie per entrare nelle grazie di una cortigiana, dominato da regole di etichetta e, in fin dei conti, dal denaro. Questo molte volte muove la narrazione: clienti poveri innamorati delle cortigiane che provano in ogni modo a ritornare dall’amata, oppure storie di amori impossibili che, il più delle volte, si risolvono in un doppio suicidio, leitmotiv della letteratura giapponese. Sovente è presente anche l’elemento sovrannaturale che si presenta sottoforma di fantasmi e maledizioni. Questo ci dice molto sul bagaglio culturale degli autori di queste storie: molti di questi sono infatti uomini estremamente colti e fanno un uso sapiente di elementi lontani da una semplice storia di intrattenimento.

L’autore della prima storia, Tanishi Kingyo, era un medico. Lo stesso Santō Kyōden, autore importante e molto noto nell’Edo dell’epoca, non era soltanto dedito alla scrittura e all’illustrazione dei suoi libri: era anche un poeta molto attivo nei circoli degli intellettuali del periodo, definiti bunjin, ovvero “uomini di lettere”. Queste erano opere scritte per il divertimento proprio e dei chōnin, gli abitanti della città. In quanto divertissement, non era ben vista nella società questa attività di scrittori e molti, tra cui gli autori già citati, si firmavano con pseudonimi. Era anche molto attiva la censura nei confronti di queste opere: lo stesso Santō Kyōden vi incapperà proprio con il racconto Il rovescio del broccato. Quest’opera è ambientata nel quartiere di piacere di giorno, e rappresenta quello stesso mondo capovolto. La storia dei due amanti fa solo da cornice al vero protagonista: il quartiere di Yoshiwara, in questo caso mostrato nella sua nudità e nel momento in cui, solitamente, è spento. La sua capacità di intrecciare elementi del racconto licenzioso, come la parodia dei classici e la satira sociale, ad una trama sentimentale, lo rende un autore importante nel panorama della Edo dell’epoca. Questo cambiamento è presente anche nell’ultima storia qui proposta, Un bivio lungo la strada verso la conquista della cortigiana scritto da Umebori Kokuga. Questo denota la nascita di una nuova sensibilità all’alba del XIX secolo in Giappone, così come l’obsolescenza in cui era incappato il racconto licenzioso e la necessità, in qualche modo, di reinventarsi.

 

– di Simone Lolli


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