母べえ

Kābē – Our Mother

(Giappone, 2008)

Regia: Yamada Yōji

Cast: Yoshinaga Sayuri, Asano Tadanobu, Dan Rei, Shida Mirai

Genere: drammatico, storico

Durata: 132 minuti

 

Kābē – Our Mother, uscito nelle sale il 26 gennaio 2008, si basa sull’opera autobiografica della scrittrice Nogami Teruyo, dal titolo 父へのレクイェム (Chichi he no requiemu – Requiem per mio padre).
Il film è disponibile sulla piattaforma Ray Play con i sottotitoli in italiano.

Kābē – Our Mother racconta le vicende di una modesta famiglia della Tokyo degli anni ’40. Madre (Nogami Kayo) e padre (Nogami Hisako), affettuosamente soprannominati dalle due giovani figlie “Kābē e Tōbē” , cercano di condurre una vita per quanto possibile normale, al riparo dal mondo esterno, profondamente colpito dalle dinamiche della Seconda guerra mondiale. La loro tranquilla vita viene però sconvolta dall’arresto di Tōbē, accusato di reato di opinione. L’uomo, professore universitario di lingua e letteratura tedesca, conosciuto per le sue idee liberali, viene portato via in una gelida notte invernale davanti agli innocenti sguardi delle figlie Teruyo e Hatsuko.

Tra il 1937 e il 1945 il Giappone è impegnato a combattere in due grandi conflitti: inizialmente nella Seconda guerra sino – giapponese e successivamente nella Seconda guerra mondiale. Il dolore della perdita, le rinunce e tutte le difficoltà quotidiane vengono riflesse dal microcosmo della famiglia Nogami. Questo film racconta la storia dal punto di vista dei civili, senza soffermarsi sulle grandi imprese, ma sulla vita di tutti i giorni di una famiglia come tante. Eppure nulla viene reso con eccessiva drammaticità: il razionamento del cibo, il coprifuoco, la censura. I protagonisti trovano sempre il modo di rendere il peso di tutte queste disgrazie più leggero, grazie anche all’aiuto di Yamazaki Toru, ex alunno del professor Hisako che si rivela essere un grande amico, una figura fondamentale per la famiglia Nogami.

Kābē si ritrova improvvisamente sola, con il dovere di mantenere la casa e le due bambine, contando solamente sul suo lavoro da supplente. La difficile situazione familiare viene aggravata dal peso dell’opinione pubblica e dalle continue insistenze del padre di Kayo nel spronarla a lasciare Hisako. Eppure, nonostante questo la signora Nogami non si sbilancia mai. Davanti alle numerose umiliazioni Kābē non perde mai il senno e si rifiuta fermamente all’idea di rinnegare il proprio matrimonio. La sua è una ribellione silenziosa, ma estremamente elegante, fatta di parole non dette, ma che lasciano comunque trasparire la sua grande forza interiore.
Anche l’amore genuino tra Kābē e Tōbē risalta perfettamente durante il film. Non si tratta di un sentimento pretenzioso, ma puro, basato sulla fiducia reciproca. Lo stesso amore i coniugi lo riservano alle figlie, spronandole ad essere se stesse, a dare sfogo alle proprie idee ed emozioni, anche in un periodo in cui esprimersi è vietato e viene duramente punito.

La voce narrante di una matura Teruyo guida l’intera narrazione, ripercorrendo i passi di una vita che ha messo tutti a durissima prova, ma che nello stesso tempo le ha permesso di crescere accanto a figure come quella di sua zia Hisako, che le ha trasmesso sin da piccola l’amore per l’arte.

Ciò che più colpisce è l’umanità che si fa strada nel cuore delle persone durante uno dei periodi più drammatici della storia del Giappone. Il film, i cui personaggi sembrano continuamente cercare i proprio baricentro, tocca con estrema delicatezza le nostre corde più intime e ci mostra il mondo attraverso lo sguardo amorevole che solo una madre può avere.

— recensione di Roxana Macovei 


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