MONO NO AWARE

I MONO NO AWARE sono una band alternative/indie-rock di Tokyo. Fondata nel 2013, il nome del gruppo rimanda al concetto estetico e filosofico giapponese del “mono no aware”, la sensazione di malinconia e partecipazione emotiva di fronte alla fragilità dell’estenza e delle cose.

Composta da 4 membri:

  • Shukei Tamaki (chitarra e voce)
  • Shigenori Kato (chitarra)
  • Ayako Takeda (basso)
  • Yutaka Yanagisawa (batteria)

 

Nel 2016 hanno suonato al Fuji Rock Festival ’16 “ROOKIE A GO-GO” e, nel settembre dello stesso anno, all’Apple Music Festival. Il loro primo singolo, “イワンコッチャナイ” ha avuto successo immediato, portando all’uscita, nel marzo 2017, dell’album di debutto “人生、山おり谷おり” (jinsei, yama ori tani ori) distribuito dalla P-VINE Records. Nel 2018 è uscito il loro secondo album “AHA”, mentre il terzo e più recente finora è “かけがえのないもの” (kakegaenonaimono) del 2019.

人生、山おり谷おり

Tracklist:
  • 井戸育ち 
  • マンマミーヤ!
  • わかってるつもり
  • イワンコッチャナイ
  • me to me
  • To(gen)kyo
  • ブーゲンビリア
  • 明日晴れたら
  • 夢の中で
  • 駈け落ち

 

Il titolo dell’album fa riferimento al modo di piegare e ripiegare la carta degli origami, paragonandolo alla vita (人生). La prima traccia “井戸育ち” parla proprio della crescita come percorso, un passo dopo l’altro, anche attraverso spazi fisici come la città, su cui si incentra “To(gen)kyo“. Una canzone dopo l’altra si alternano emozioni contrastanti, dall’amore alla nostalgia, all’affermazione della propria individualità (“マンマミーヤ!“). Si passa da una musicalità più allegra e vivace, come nelle canzoni già citate, a ritmi più dilatati e testi più malinconici con “Me to me“,  “わかってるつもり” e “ブーゲンビリア“.

Me to me“, in particolare, affronta il tema dell’amore e della nostalgia, della ricerca di un modo per esprimere la mancanza (“会えばいいのに”, vorrei poterti incontrare), con melodie delicate e meno giocose rispetto agli altri pezzi.

Ispirazione dell’album è l’esperienza personale dei membri, conosciutisi durante l’università. Infatti, l’album riesce ad esprimere, alternando vivacità e delicatezza, sia la leggerezza che la riflessività ed emotività della giovinezza.

 

 

L’album è, nel complesso, piacevole e lo consiglio sia agli amanti del genere, sia a chi ha voglia di sperimentare con qualcosa di fresco e contemporaneo.

— recensione di Cecilia Manfredini.


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