PETAL DANCE

ペタルダンス

(Giappone, 2013)

Regia:  Ishikawa Hiroshi

Cast:  Miyazaki Aoi, Kutsuna Shiori,  Ando Sakura

Genere: cinema d’autore

Durata: 90 minuti

 

Petal Dance è un film del 2013 scritto e diretto da Ishikawa Hiroshi. Regista poco prolifico ma dalla grande sensibilità, Ishikawa avvia la sua carriera cinematografica nel 2002 con il dramma Tokyo.Sora, ottenendo grande successo in particolare per il dramma romantico del 2005 Su-ki-da (好きだ), per cui vince al New Montreal Film Festival l’Iris d’Argento come Miglior Regista. Quello che proponiamo oggi è il suo terzo lungometraggio.

Petal Dance è un film delicato e meditativo, che ci presenta delle giovani donne apparentemente smarrite e in cerca di risposte, le quali partiranno per un road trip che le porterà a scoprire meglio se stesse.

Jinko ( Miyazaki Aoi) e Motomo ( Ando Sakura) sono amiche dai tempi dell’università: la prima sta vivendo una relazione in procinto di decollare, la seconda è uscita invece da un matrimonio. Entrambe sono intenzionate a rivedere la compagna di studi Miki ( Fukiishi Kazue), ora ricoverata in un ospedale psichiatrico a causa di un tentato suicidio. Decidono quindi di andarla a trovare e Motomo si fa prestare la macchina dall’ex-marito. La giovane Haraki ( Kutsuna Shiori), incontrata per caso da Jinko alla fermata del treno, si offre di fare loro da autista accompagnandole nel nord del paese per raggiungere Miki, ignara della loro visita. Una volta raggiunta, le quattro ragazze si recano insieme sulla riva di un mare gelido, simbolo di rinascita e punto di approdo di un percorso che le vede silenziosamente avvicinarsi l’una all’altra.

I colori dominanti – il blu e il grigio – delineano insieme al clima gelido un’atmosfera sospesa e malinconica, la quale funge da spazio di riflessione per le protagoniste. La comunicazione tra di loro avviene spesso tra gesti, lunghi silenzi e sguardi; le vediamo in contemplazione di una natura che appare in costante evoluzione e cambiamento, che le spinge a guardare avanti, nonostante dubbi e rimpianti. Ishikawa pone il focus sull’interiorità dei personaggi e sulla loro percezione del mondo esterno, mostrandoci delicatamente gesti e momenti del quotidiano nella loro semplicità, come per esempio il volo di un aereo scrutato attraverso le dita di una mano da parte di Jinko o i desideri espressi da Haraki ogniqualvolta veda volare qualcosa nel cielo.

La libertà espressiva offerta ai personaggi e la splendida cinematografia regalano momenti di pura poesia, volti a farci apprezzare la quotidianità e il mondo in cui ci troviamo, per quanto trovare la forza di andare avanti possa apparire talvolta gravoso. Fermarsi a riflettere e rallentare per un attimo il passo può essere la chiave capace di farci cogliere la bellezza. La scena conclusiva, in cui le ragazze si soffermano per percepire la forza del vento che le colpisce, lo dimostra. L’atmosfera malinconica di cui è pervaso il film assume nel finale un carattere positivo; le protagoniste lasciano indietro dubbi e dissapori, per rivolgere con ottimismo lo sguardo al futuro.

La mancanza di tensione drammatica e l’esilità della trama potranno rendere Petal Dance poco appetibile per alcuni; il suo fascino sta, tuttavia, nella serenità trasmessa, grazie soprattutto alla contagiosa spontaneità delle ragazze.

 

– di Daniele Cavelli


Guarda anche: