Tratto dall’omonimo manga di Okazaki Kyōko, viene serializzato tra il 1993 e il 1994, con lo scopo di raccontare i problemi dei giovani studenti di Tōkyō. Okazaki non fa che descrive la solitudine e il vuoto dei liceali.

Nel 2018 viene presentato al Festival di Berlino per la sezione denominata Panorama, nata per premiare film d’autore, film indipendenti e documentari con tematiche impegnate e stili poco convenzionali.

Haruna Wakagusa è una studentessa che vive con la madre. Il suo compagno di classe Ichiro Yamada è vittima di bullismo, a causa del suo orientamento sessuale. I due diventano amici dopo che lei lo salva dalle continue angherie del fidanzato di lei. Ichiro decide allora di confessarle il suo segreto: la scoperta di un cadavere lungo il fiume. I due non sono gli unici personaggi all’interno del film, vi sono infatti: Kannonzaki, il bulletto della scuola che tradisce Haruna con una sua amica; Yoshikawa, giovane studentessa oltre che modella ma bulimica; Koyama, amica di Haruna e probabilmente incinta di Kannonzaki e infine Tajima, “ragazza di copertura” di Ichiro. 

6 ragazzi di Tōkyō, figli dello scoppio della bolla speculativa che ha colpito il Giappone negli anni 90, costretti a vivere in una società in profondo mutamento al negativo. Questi i protagonisti del film.

Da sinistra: Rumi, Kannonzaki, Haruna, Ichiro, Tajima e Yoshikawa.

La “baburu” culture 

Lo scoppio della bolla speculativa ha colpito il Giappone in modo estremamente brusco. Non ha colpito solamente l’economia ma anche lo stile di vita, i comportamenti e la stessa cultura giapponese. Si sente spesso infatti parlare di baburu culture, appunto cultura della bolla. Questo modello emerge dall’estrema incertezza e vacuità causata dalla crisi economica. Vi è una perdita di fiducia nelle autorità e una conseguente contestazione delle azioni portate avanti dal governo. Inoltre, elemento molto più grave, è presente un rifiuto dei modelli precedenti, anzi si critica, in parole semplici,  l’operato della generazione precedente che non è stata in grado di fornire  basi solide alle nuove generazioni. Abbiamo il ricorso a nuove figure,  per esempio si va a creare in concomitanza con il modello di famiglia tradizionale, la convivenza di fatto.

Relativamente al film questo è visibile con Rumi e l’enjo kōsai. L’Enjo kōsai è una forma di prostituzione che coinvolge minori, solitamente adolescenti, e consiste nel farsi accompagnare da uomini adulti in cambio di denaro, che viene poi speso per comprare le ultime cose alla moda. È evidente che sia un’ espressione di un disagio, causato principalmente da un vuoto valoriale, da un rifiuto di replicare ciò che era considerato “normale” per la generazione precedente.

Ukisada Isao è capace di racchiudere in un film di un’ora e mezza tematiche complesse, quanto mai oggi presenti nella società. Tra le tematiche principali vi sono i disordini alimentari, la prostituzione giovanile, il bullismo e, in parte, il fenomeno dell’hikikomori.

Come segnalato prima Ichiro Yamada viene bullizzato dai suoi compagni di classe, in particolare modo da Kannonzaki. Ichiro non vuole esprimere il suo disagio ai genitori, e continua nell’arco di tutto il film ad essere picchiato. Lo vediamo sempre ricoperto di lividi. Gli altri compagni, escludendo Haruna, fanno finta di niente anzi lo deridono.

La sorella di Rumi è un’hikikomori. Questo, diversamente da come si pensa, non è un fenomeno solo giapponese, infatti anche in Italia ve n’è un’alta percentuale. Il termine in sé richiama la chiocciola, è una sindrome da reclusione, in cui la durata è variabile e a soffrirne sono principalmente maschi sia adolescenti che adulti. La causa è spesso da ricercare in un trauma che può essere il bullismo a scuola o la perdita del lavoro. Non è assimilabile ad altre forme di depressione, anche se vi sono alcuni punti di contatto come il progressivo ritiro e l’atteggiamento violento. Nel caso della sorella di Rumi è quest’ultimo l’elemento da porre in rilievo.

Yoshikawa è una liceale, amica di Ichiro e Haruna. Fa la modella da quando aveva 3 anni, poiché i suoi genitori sono del settore. Mostra sin da subito un odio per il suo viso, non si sente “speciale”, non sa perché i suoi collaboratori continuino a fargli dei complimenti, si sente inopportuna, facilmente sostituibile da una ragazza più bella. Bulimica, mangia smodatamente per poi vomitare. I genitori sono completamente assenti, anche se questo caratterizza altri personaggi come Kannonzaki, figlio più piccolo di una famiglia quantomai alternativa, il padre fuggito con l’amante ritorna a casa come se niente fosse.  Kannonzaki è quasi sempre a casa da solo, i genitori non si preoccupano del suo stato. Il bullo che è a sua volta una vittima. Vittima di una famiglia assente.

Conclusione

Un film ricco di contenuti ed impegnativo. Non basta fermarsi allo strato superficiale; è importante andare a scavare nella mente di questi giovani disagiati. Un disagio che non è possibile circoscrivere agli anni 90.

Ecco il trailer:

—di Beatrice Falletta

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