La donna dalla gonna viola – Imamura Natsuko

Autrice: Imamura Natsuko

Titolo originale: むらさきのスカートの女

Editore: Salani

Traduzione: Anna Specchio

Edizione: 2021

Pagine: 160

 

La donna dalla gonna viola è un romanzo thriller dell’autrice Imamura Natsuko, pubblicato in Giappone nel 2019 e successivamente in Italia nel 2021 dall’editore Salani.

Tutti i pomeriggi la donna dalla gonna viola, Mayumi Hino, si siede sulla stessa panchina del parco di una grande e anonima città giapponese e mangia il suo solito cornetto alla crema; è una donna single che abita in un piccolo appartamento di periferia e svolge lavori temporanei, proprio come la donna dal cardigan giallo, Gondō, voce narrante del romanzo che segue ogni suo movimento, sempre attenta a controllare che cosa mangia, dove va, con chi parla. Con la scusa di voler diventare sua amica, la donna dal cardigan giallo riesce a far assumere Mayumi nella sua stessa agenzia di pulizie. È proprio qui che le vite delle due donne si intrecciano, dando al romanzo una nota drammatica ed imprevedibile.

La voce narrante, Gondō, è invisibile; il lettore deve fare affidamento su di lei per capire ciò che si cela dietro azioni apparentemente normali e, soprattutto, dentro l’evoluzione di una donna che passa dall’essere quasi invisibile a persona piena di fascino e desiderabile per chi le sta intorno. Le descrizioni, i cambiamenti delle azioni della donna dalla gonna viola lasciano nella mente del lettore alcuni dubbi, che lo portano a interrogarsi su quale sia la vera personalità di Mayumi.

La donna dalla gonna viola è un racconto sottile e inquietante di un’ossessione, una relazione platonica e unilaterale fra due donne che assume via via i toni del thriller, caratterizzato da una narrazione ipnotica e raffinata che, pur risultando a tratti un po’ ripetitiva, non cade nel noioso o nel banale. L’autrice, Imamura Natsuko, ci racconta giorno per giorno la vita delle due donne, accrescendo nel lettore la curiosità di conoscerne ogni sfaccettatura; una storia che lascia trapelare quanto la solitudine possa portare a compiere azioni inquietanti per il solo scopo di essere visti.

 

—Recensione di Margherita Poli Bartoli.