Hit me anyone one more time! (2019)

Titolo: Hit me anyone one more time

Titolo originale: 記憶にございません

Regista: Mitani Kōki

Uscita al Cinema: 13 settembre 2019

Durata: 127 minuti

LA TRAMA

Siamo nel Giappone contemporaneo, in un momento dimenticabile per la politica giapponese. Infatti, il governo in carica, in questo momento, è considerato il peggiore di sempre, soprattutto a causa dell’attuale Primo Ministro Kuroda Keisuke (Nakai Kiichi), considerato il peggior primo ministro della storia. Keisuke è una persona rude, altezzosa e superba e chi più ne metta, ma un giorno a seguito di un discorso viene colpito in testa da una pietra perdendo la memoria. Da questo momento, il Primo ministro, con l’aiuto dei suoi segretari Nozomi Banba (Koike Eiko) e Isaka (Dean Fujioka), decide di cambiare e diventare un perfetto Primo Ministro. Per fare questo però è necessario mantenere all’oscuro tutti quanti, compresa la moglie Satoko (Ishida Yuriko) e il figlio Atsuhiko (Hamada Tatsuomi), riguardo la sua condizione di amnesia. Questo fatto scaturisce situazioni di imbarazzo e comicità e queste stesse situazioni porteranno il Premier a prendere decisioni avventate che a volte però saranno salvifiche per il suo Paese.

 

LA COMMEDIA

Questa volta Mitani Kōki ha deciso di portare al cinema una tipologia di commedia che sorprendentemente noi italiani conosciamo bene: la commedia degli equivoci. Infatti, tutta la pellicola e la maggior parte delle scene comiche presenti sono basate su equivoci creati dalla condizione di Keisuke. Bisogna però precisare che ogni fraintendimento creato da questa perdita di memoria è diverso e dinamico con risvolti sempre unici nel loro genere. Il regista, infatti, cerca in ogni scena di essere sempre originale rispettando comunque le caratterizzazioni forti e variegate dei suoi personaggi, senza rinunciare però a quella verve macchiettistica che tanto è cara alla commedia.

NON SOLO RISATE

Nonostante tutto, il film non ha come unico scopo quello di far ridere il proprio pubblico. Ogni personaggio ha una sua evoluzione e alla fine del film nessuno di questi è uguale a com’era all’inizio. Inoltre, Mitani Kōki ci da anche varie rappresentazioni dei funzionari, mostrandoci come essi siano degli esseri umani come tutti in grado di sbagliare, di essere comprensivi ma anche dei poco di buono con in mente soltanto potere e denaro. Insomma, in fin dei conti il regista cerca di dare una rappresentazione della varietà sociale giapponese dentro il governo, alleggerendo il tutto con una brillante vena comica che dona alla pellicola una completezza da manuale.

—Recensione di Massimo Magnoni.

Akushon! – i registi di JFS: Mitani Kōki parte 2

Benvenuti al secondo appuntamento con l’opera del regista Mitani Kōki. Questa è la rubrica Akushon, i registi di JFS! Si parte con la prima pellicola in ordine cronologico, Rajio no jikan!

Come è noto, Mitani è uno dei maggiori esponenti della commedia cinematografica giapponese, the King of Comedy, e questo film del 1997 ci mostra già alcuni tratti salienti della sua opera. E’ evidente come il regista sia interessato al mondo dei mezzi di comunicazione, non solo al cinema, ma anche a quello che per i giapponesi è stato, e per certi versi continua ad essere, un mezzo molto importante: la radio. Questa commedia ruota infatti attorno all’attività di uno studio radiofonico in cui un nuovo radiodramma comincia la sua messa in onda: la sceneggiatura è stata scritta da Suzuki, una giovane casalinga che con il suo manoscritto ha vinto un concorso che porterà in radio la sua romantica storia. Tuttavia, i capricci degli attori impongono al produttore Ushijima di effettuare alcuni piccoli cambiamenti ai nomi degli attori. La costante insoddisfazione degli attori stessi per la loro parte condurrà poi allo stravolgimento di quella che era l’essenza dell’intero scritto ideato dalla signorina Suzuki: il tutto, nel momento stesso in cui il dramma va in onda. Il film si configura come un omaggio al mondo dei radiodrammi, un intrattenimento oramai sconosciuto, e ci dona un importante dietro le quinte che mostra il lavoro di attori, produttori, tecnici di ogni tipo, tra cui spicca la figura del rumorista. Si nota comunque tra le righe anche una sana critica e insofferenza sia alle richieste esose di certi attori e interpreti, che ai produttori e alla loro spiccata attitudine alla censura.

The Uchōten Hoteru è un film del 2006, in cui il regista porta in campo una serie di volti conosciuti nell’ambito cinematografico nipponico, a partire dal noto attore Yakusho Kōji. Egli interpreta il ruolo dell’efficientissimo hotelier Shindo, alle prese con l’organizzazione della festa di Capodanno dell’hotel, cui partecipano volti noti delle alte sfere politiche ed economiche, così come altri invitati di riguardo. Nello sviluppo della trama, la matassa si forma e poi si dipana con un continuo incrocio delle storie dei protagonisti, individuali o di coppia che siano. Pietra angolare di questo intreccio è proprio il manager Shindo, il quale, nello svolgersi sempre più rocambolesco della serata, avrà una parte più o meno preponderante negli affari dei clienti e dei dipendenti dell’hotel. Il richiamo dell’ambientazione e di alcuni riferimenti, come i nomi delle suite dell’albergo, è indirizzato al film del 1932 “Grand Hotel” di Edmund Goulding, cui rende omaggio. Nonostante la durata del film di Mitani superi le due ore, esso procede ad un ritmo elevato che raramente consente di distogliere l’attenzione dal continuo complicarsi degli eventi. E’ questo incalzare di scene una dietro l’altra che ci spinge a chiederci come i personaggi potranno cavarsela dagli impacci di una serata che sembrerebbe avviata verso un grande flop.

Per concludere, vi parliamo di Za Magikku Awaa, opera di Mitani del 2008. In un’ambientazione che si rifà principalmente agli Stati Uniti delle grandi famiglie mafiose degli anni ’20, la storia prende il via dallo scagnozzo Bingo, la cui relazione con la partner del proprio boss, la signorina Mari, lo porta a un passo dall’esecuzione. Bingo si salva momentaneamente cercando di convincere il boss Tesshio che lui stesso conosce il più famoso sicario del tempo, Della Togashi, e viene mandato perciò alla sua ricerca. Per salvarsi da questo pasticcio, Bingo attira lo sfortunato attore Murata e lo convince a interpretare il famigerato killer. Rispettando l’ordine cronologico degli eventi e con i lunghi takes tipici della sua tecnica registica, Mitani ci mostra l’importanza del suo background teatrale, primo ambiente formativo che l’ha condotto poi al grande schermo. I suoi personaggi assumono un comportamento spesso istrionico, che contribuisce però a esaltarne la capacità attoriale e mette in buona luce la scelta di un cast che frequentemente è di alto livello.

Grazie per averci guardato, speriamo vi sia piaciuto il nostro breve approfondimento su Mitani Kōki, per guardare il nostro video basta cliccare qui. Se volete, potete seguirci sui canali social di Takamori. Ci rivediamo alla prossima puntata di Akushon, i registi di JFS! A presto!

Akushon! – i registi di JFS: Mitani Kōki

Siamo di nuovo qui, ad Akushon!, la rubrica dei registi di JFS. Oggi vi introduciamo brevemente la vita e l’opera di uno dei più noti registi in ambito comico, Mitani Kōki.

Mitani nasce 60 anni fa in uno dei quartieri centrali della capitale giapponese, Setagaya, e nella sua carriera ha ricoperto con notevole successo vari ruoli ad alto contenuto artistico, dal drammaturgo allo sceneggiatore, dall’attore al regista. Interessato fin dall’infanzia alle serie televisive e agli spettacoli di burattini in onda sull’emittente NHK, recepisce anche un forte influsso dal cinema hollywoodiano degli anni ’50 e ’60, molto apprezzato nel suo ambiente familiare, come egli stesso ha più volte affermato. Comincia poi la sua formazione accademica nell’ambito teatrale all’Università Nihon, applicandosi allo studio delle arti drammatiche e imbastendo un piccolo gruppo di teatro denominato Tokyo Sunshine Boys. Prima di tutto sceneggiatore, ambito in cui conosce il successo nel ’94 con l’opera Furuhata Ninzaburō, girerà poi la sua prima pellicola alla fine degli anni ’90. A questa seguiranno diversi lavori, anche commissionati dalla stessa NHK, che non mancheranno di vederlo alle prese con musical, serie TV di ambientazione storica, film e opere teatrali.

Nel 1998 Mitani dirige Rajio no jikan, una storia che ruota attorno alla messa in onda di un radiodramma, un tipo di opera molto diffusa in Giappone prima dell’arrivo della televisione. Questo film è stato premiato come miglior sceneggiatura dall’ Accademia giapponese di Cinema e poi insignito del Premio della Giuria al Festival del Cinema di Berlino. Nel 2006 è il turno di The Uchōten Hoteru, che narra le disavventure dello staff e dei clienti di un hotel di lusso nell’attesa della mezzanotte di Capodanno. Infine, vi proponiamo Za Majikku Awaa (The Magic Hour), che vede un piccolo truffatore alle prese con la rabbia di un gangster, per rientrare nelle grazie del quale gli prometterà di mettere a contratto per lui un famoso sicario.

Speriamo di avervi introdotto quanto basta questa figura tra le più popolari nel cinema comico del Sol Levante, vi diamo perciò appuntamento alla prossima settimana con la continuazione di questo episodio! Intanto, potete guardare il nostro video qui e potete seguirci sui nostri canali social che trovate in descrizione. Ci vediamo alla prossima puntata!