Gli omicidi dello zodiaco – Shimada Sōji
Autore: Shimada Sōji
Titolo originale: Senseijutsu satsujin jiken
Editore: Giunti Editore
Collana: M
Traduzione: Giovanni Borriello
Edizione: 2017
Pagine: 336
Come possono “astrologia” e “investigazione” trovarsi nello stesso libro? La prima è spesso denigrata, ridotta a un passatempo per quelli che credono nel soprannaturale. La seconda invece è l’opposto: logica, fredda, ancorata alla realtà, che segue uno schema ben preciso. Ebbene, Shimada Sōji riesce a guadagnarsi la fama proprio unendo questi due mondi che sembrano completamente opposti. Uscito in Giappone nel 1981, riusciamo a mettere le mani su questo libro solo nel 2017 grazie a Giovanni Borriello che lo traduce. Gli omicidi dello zodiaco è il risultato di quella riscoperta dei romanzi noir da parte del Giappone cominciata intorno agli anni ’20.
Un caso controverso
Mitarai Kiyoshi e Ishioka Kazumi riprendono in mano un caso vecchio di decenni, rimasto insoluto a causa del caos scatenato dalla Seconda Guerra Mondiale. Tutto ruota attorno a Umezawa Heikichi, artista, alchimista e appassionato di astrologia, un uomo solitario che passa la maggior parte del tempo nel suo studio. Un giorno, proprio qui viene ritrovato morto con il cranio spaccato, ma la porta dell’edificio è chiusa dall’interno. In più, fra gli oggetti presenti spiccano alcuni strani appunti. Riguardano la creazione della donna perfetta, Azoth, che Umezawa progettava di portare in vita usando parti del corpo delle sue due figlie, due figliastre e due nipoti, basandosi sul segno zodiacale di ognuna. Lui muore lasciando il suo “capolavoro” incompiuto, ma le ragazze vengono trovate ugualmente morte un mese dopo, proprio nel modo indicato da Umezawa. C’è davvero un nesso fra queste morti? Il grande piano di Umezawa è stato forse portato avanti da qualcun altro?
Nonostante la grande quantità di nomi e di informazioni inizialmente possa spaventare, lo scrittore riesce ad equilibrare perfettamente le dettagliatissime dinamiche del caso, il contesto storico e gli scambi di battute sarcastiche e divertenti tra i personaggi. E quello che coinvolge maggiormente è proprio la sfida che lancia Shimada stesso, affermando che il lettore ha in mano tutti gli strumenti per risolvere il caso prima che la soluzione venga svelata. Vi sentite pronti a raccogliere il guanto?
Per gli appassionati di gialli e non
Shimada affronta in modo brillante e originale quello che potrebbe sembrare un enigma della camera chiusa, perché lo trasforma in qualcosa di nuovo e inesplorato. Si apprezzano i dettagli che si è premurato di inserire, le ricerche che ha fatto, la tradizione che si intreccia con la modernità e quel pizzico di soprannaturale che movimenta un po’ la vita di ciascuno di noi. Piacevole e scorrevole, più giallo che thriller, questo libro è un intrigante passatempo che vi metterà alla prova e dal quale rimarrete piacevolmente sorpresi.
– recensione di Francesca Panza
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