Kitano Takeshi parte 2 || Meijin Film Directors

Bentornati a Meijin Film Directors, la nostra rubrica dedicata ai registi giapponesi! Oggi continueremo a parlarvi di Kitano Takeshi.

Sonatine“, film del 1993 è la classica storia Yakuza che si mischia ad una visione disillusa della vita.
Il criminale Murakawa e i suoi scagnozzi, vittime di un’imboscata sull’isola di Okinawa si rifugiano in una casa al mare, dove attendono impotenti il loro destino.
A tratti surreale, il film mostra personaggi che riscoprono la loro innocenza nella realtà deludente in cui vivono, su una spiaggia in cui il tempo sembra scorrere all’indietro.

Quattro anni dopo esce “Hanabi“, la pellicola che rese Kitano famoso a livello internazionale.
Nella trama si intrecciano le vite di due poliziotti, Nishi, alle prese con un debito da saldare e Horibe, paralizzato in un’operazione di polizia.
Solo l’arte e la violenza possono salvare le vite dei due protagonisti, così, tra il sangue e la tempera usata per dipingere, il rosso diventa il colore della purificazione.

Nel 2010, viene rilasciato “Outrage“, primo film dell’omonima trilogia. Qui Kitano non si risparmia con le scene cruente, che rappresentano l’essenza del mondo cinico e spregiudicato della Yakuza.
Non c’è più traccia della visione romantica del mondo criminale; ciò che resta è una lotta selvaggia per mantenere il potere o per spodestare chi già lo possiede.

Continuate a seguirci per altre novità e aggiornamenti sul cinema e sui registi giapponesi!

FEFF – Kitano’s day

Venerdì 29 aprile al Far East Film Festival di Udine è stato il Kitano’s day, un’intera giornata dedicata alla figura poliedrica di Kitano Takeshi. Durante la giornata è stato proiettato Citizen K, un biopic sul regista diretto da Yves Montmayeur e uno dei più grandi capolavori di Beat Takeshi: Sonatine. Inoltre, Kitano Takeshi si è collegato in diretta dal Giappone per ricevere il Gelso D’oro, un premio alla sua straordinaria carriera.

CITIZEN K, Yves Montmayeur – Francia, 2021

C’è chi se lo ricorda come comico irriverente, chi come buffo conte protettore del suo castello e chi come spietato yakuza. La figura di Kitano Takeshi è indubbiamente poliedrica e in Citizen K il regista Yves Montmayeur cerca di dare una visione il più completa possibile dell’artista tramite le sue stesse parole. Il cineasta francese, infatti, dopo un emozionante incontro con Kitano dove questi si commosse per i complimenti sul suo film Hanabi, decide di appassionarsi a questa figura e sviscerarne la vita e la carriera.

Kitano Takeshi nasce a Umejima nel 1947 ma subito dopo si trasferirà ad Adachi, una zona povera di Tokyo occupata dagli Americani. Dopo un’infanzia passata nella povertà e una carriera universitaria alla università Meiji si trasferirà ad Asakusa dove conoscerà due cose cose che caratterizzeranno la sua intera esperienza sul grande schermo: il mondo dell’intrattenimento comico e le faide tra famiglie della yakuza. La sua carriera inizia come uomo dell’ascensore in un cabaret francese, per poi passare nel ’74 al manzai con il duo comico “Two beats”, da dove prenderà il nome di “Beat Takeshi”. Dopo la comparsa nel film di Ōshima Nagisa, però, si rende conto che il pubblico giapponese lo considera soltanto un comico e qualsiasi ruolo egli interpretasse non sarebbe stato preso sul serio ed è qui che incomincia la sua carriera da regista di gangster movie.

Nel 1994 la sua vita purtroppo verrà segnata da un tragico incidente che gli trasfigura il volto. Da questo momento la sua carriera prende una svolta diversa da prima, riconsidera tutti quanti i concetti di morte e violenza, portando anche l’attrice nonché amica Kishimoto Kayoko a preoccuparsi seriamente di sue possibili intenzioni suicide che si rispecchiano nella sua produzione del periodo.

Insomma, Citizen K ci mostra la vera natura del maestro, che nel tempo si è dedicato a svariate forme d’arte e che non si prende mai troppo sul serio, ma con una visione cinematografica e attoriale ben precisa che ha affascinato, paradossalmente, prima il pubblico europeo e in seguito il pubblico del sol levante.

SONATINE, Kitano Takeshi – Giappone, 1993

Quasi trent’anni dopo la sua uscita, nel 1993, Sonatine di Kitano Takeshi è assurto al ruolo di capolavoro. Tuttavia, questo film di gangster deliberatamente ritmato e girato in modo lirico, che mescola violenza selvaggia e assurde bravate, sempre sottolineate dall’elegiaca colonna sonora di Joe Hisaishi, disorientò e irritò un buon numero di spettatori all’epoca.

Il fim parla della storia di Murakawa (Kitano), laconico sottocapo di una gang che con i suoi subalterni viene spedito a Okinawa a supporto di un alleato locale in un conflitto tra bande. Ma non appena egli arriva sull’isola (la versione giapponese delle Hawaii), i suoi uomini vengono presi di mira e ammazzati. Dopo aver ottenuto in qualche modo vendetta in una sparatoria, il protagonista si ritira su una spiaggia isolata con gli uomini rimasti per riorganizzarsi  – e riposarsi. Alla fine, dopo che i componenti della banda sono stati decimati e sono rimasti solo Murakawa e un giovane chimpira (apprendista gangster), il protagonista si rende conto di essere stato usato e tradito, e finalmente si rivolta contro i suoi nemici distribuendo pallottole come un angelo vendicatore.

Il finale, col suicidio di Murakawa, va controcorrente per il genere e sottolinea quanto Kitano sovverta le convenzioni di genere durante tutto il film. Per quanto sia un uomo di poche parole, Murakawa non è il tradizionale protagonista dal cuore puro, ma si pone a una certa distanza da quelli che lo circondano, osservandoli in modo guardingo e impassibile, e quando deve attaccare i suoi nemici li uccide senza il minimo sprazzo di emozione o cenno di paura. Durante la lunga e idilliaca parentesi della gang sulla spiaggia, però, Murakawa svela un’altra sfaccettatura: giocoso e malizioso, capace di autoriflessione, se non di rammarico.

Inoltre, siamo fieri di comunicarvi che la pellicola è stata tradotta e sottotitolata dai nostri tirocinanti in occasione del Far East Film Festival.

 

Far East Film Festival 24 – giorno 3

Come già accennato, ci troviamo a Udine per il Far East Film Festival e abbiamo deciso di portarvi con noi parlandovi  delle proiezioni alle quali assisteremo. Essendo il festival un importante trampolino di lancio per cineasti riconosciuti ed emergenti dell’estremo Oriente, vi parleremo anche di pellicole esterne al panorama cinematografico giapponese. Le proiezioni della nostra terza giornata vi porteranno nel lato oscuro di Hong Kong, nella provincia di Gangsu in Cina, tra i Kaiju e infine nel mondo della yakuza giapponese insieme a Kitano Takeshi.

TALES FROM THE OCCULT, Fruit Chan, Fung Chih-chiang, Wesley Hoi – Hong Kong, 2022

Quali segreti si nascondono tra le strade, i centri commerciali e le case di Hong Kong? Tra peccati, spettri vendicativi e macabre live stream Tales from the occult esprime le paure più profonde degli abitanti di questa città grazie a tre affascinanti storie di tre differenti registi. Con “The Chink” Wesley Hoi racconta la vita di una cantante pop turbata da un fantasma del passato; Fruit Chan invece ci propone una macabra storia ambientata in un centro commerciale trasmessa in live stream con “Dead mall”. Infine, Fung Chih Chiang organizza un macabro divertissement in un condominio infestato da una vecchia vittima di un crimine passionale con “The Tenement”.

WHAT TO DO WITH THE DEAD KAIJU?, Miki Satoshi – Giappone, 2022

Il nuovo film realizzato da Miki Satoshi è una commedia satirica, che ha al suo interno un motivo ricorrente della tradizione filmica giapponese: i Kaiju. Se, però, in passato la tradizione si è sempre occupata di come sconfiggere questi enormi mostri, ora il problema sta nella gestione della sua carcassa una volta terminata la guerra. Grazie alla presenza di un cast brillante, la pellicola ci mostrerà i piani, per lo più fallimentari, che il governo giapponese adotterà, senza mai perdere la vena satirica che pervade la pellicola.

RETURN TO DUST, Li Ruijun – Cina, 2022

I paesaggi del Gansu fanno da cornice alla toccante storia d’amore al centro di questa pellicola. Youtie e Guiying, rimasti soli in tarda età, vengono spinti dalle proprie famiglie a sposarsi. Nonostante le costrizioni iniziali, i due sviluppano un legame d’amore sincero che li porta a prendersi cura l’uno dell’altra. Con Return to Dust, Li Ruijun documenta attimi della vita quotidiana della Cina rurale dove forti radici si scontrano con la modernità urbana forzata sugli abitanti delle campagne.

CITIZEN K & SONATINE

Venerdì 29 aprile è stato il Kitano’s day, la giornata dedicata al maestro Kitano Takeshi. Durante la giornata è stato proiettato Citizen K, un biopic diretto dal regista francese Yves Montmayeur che racconta tutta la carriera di Beat Takeshi. In seguito è stato consegnato a Kitano Takeshi il Gelso D’oro per premiare la sua incredibile carriera, subito dopo è seguita la proiezione di Sonatine, uno dei suoi più grandi capolavori, che è stato sottotitolato da due dei nostri tirocinanti. Per saperne di più su Citizen K e su Sonatine potete leggere l’articolo dedicatogli cliccando qui.