True Mothers (2020)
True Mothers (朝が来る)
Regia: Kawase Naomi
Durata: 139 minuti
Attori principali: Hiromi Nagasaku, Arata Iura, Aju Makita
Anno: 2020
True mothers è un film basato sul romanzo “Asa ga kuru” di Tsujimura Mizuki, tratta le vicende di Satoko e Kiyokazu Kurihara, una coppia felicemente sposata che però non riesce ad avere figli. Questo li fa cadere progressivamente in uno stato di tristezza, tentano di cambiare questa situazione in ogni modo ma invano, finché non si rivolgono ad un ente no profit che accoglie madri che non possono prendersi cura dei propri figli, dando così la possibilità a delle coppie di adottarli. Ed è così che ai due viene affidato Asato, un bambino nato da una ragazza delle scuole medie di nome Hikari, che impossibilitata a tenerlo è costretta a separarsene. La coppia può quindi iniziare finalmente la loro vita familiare tanto desiderata, mentre Kiyokazu si dedica al lavoro, Satoko decide di lasciare tutto per dedicare il suo tempo alla crescita del figlio. Passano così cinque anni tranquilli fino a quando Hikari, madre biologica di Asato, decide di ripresentarsi nella vita dei Kurihara, rivendicando la maternità sul bambino e mettendo in crisi l’equilibrio familiare costruito negli ultimi anni.
True mothers è un film che parla di vite inizialmente separate, ma che poi per delle vicissitudini non del tutto piacevoli sono costrette a incontrarsi e ad intrecciarsi. Questo è reso con una narrazione che non è mai lineare, che avanza e indietreggia, il passato s’intreccia con il presente tramite dei flashback che ci permettono di capire cosa ha portato i personaggi a vivere determinate situazioni. Il regista Kawase inoltre conduce abilmente lo spettatore, nonostante all’inizio del film può sembrare di avere ben chiare le dinamiche che intercorrono tra i personaggi, e dove sia quindi il torto e la ragione, man mano che si va avanti con la visione il giudizio cambia, sostituendo magari il sentimento di disprezzo iniziale con comprensione.
Il tema della maternità e il forte impatto che ha nella vita di una donna, è ovviamente il centro di tutte le vicende, e viene presentato tramite le figure di Satoko e di Hikari: la prima che vorrebbe con tutta sé stessa un figlio non lo può avere, e ciò provoca in lei un senso di inadeguatezza, la seconda invece è costretta a rinunciarvi a causa dell’età e della situazione familiare, generando in lei nel tempo un forte senso di colpa.
—Recensione di Delia Pompili.
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