The Back Horn (ザ・バックホーン Za Bakku Hōn) è una rock band giapponese, viene fondata nel 1998 a Tokyo dai giovani Masashi Yamada, Eijun Suganami, Shinji Matsuda e Naoki Hirabayashi. Inizialmente chiamati Gyorai (魚雷 siluro) cambiano quasi immediatamente il loro nome in The back horn. La scelta di questo nome però, nasce in verità da un errore di lettura: Matsuda infatti voleva chiamare la band come una macchina da costruzioni ovvero “backhoe”. L’errore è causato dalla somiglianza fra le due parole in giapponese Bakkuhōn (バックホーン) e Bakkuhō (バックホー), quindi il termine horn non ha nessuna correlazione con le corna o il corno. La formazione originale vedeva: Masashi Yamada come voce, Eijun Suganami come chitarrista e autore di quasi tutti i testi e quindi considerato il cervello della band, Shinji Matsuda come batterista e leader del gruppo e infine Naoki Hirabayashi al basso. Quest’ultimo però nel 2003 decide di abbandonare la band, venendo quindi sostituito da Kōshū Okamine.

In totale sono 11 gli album pubblicati, dalla creazione della band, con tre etichette discografiche differenti, il primo mini-album esce nel settembre del 1999 con il nome di “Doko e Iku” e soltanto pochi mesi più tardi tornano con “Yomigaeru Hi” considerato il primo vero album. Con questi due primi lavori si conquistano subito l’attenzione del pubblico e non solo, infatti due loro pezzi vengono scelti per entrare a far parte della colonna sonora di due film: “Mirai” compare nella colonna sonora di Akarui Mirai del 2003 di Kiyoshi Kurosawa, e“Requiem” in quella di Casshern di Kazuaki Kiriya del 2004. Grazie alla loro musica, la band non avrà collegamenti solo con il mondo cinematografico, bensì anche con quello degli anime in due occasioni. La prima esperienza nel 2007 quando il singolo “Wana” tratto dal loro ottavo album verrà utilizzato come canzone di chiusura per l’anime Mobile Suit Gundam 00, e poi nel 2008, quando l’inedito “Yaiba” viene inserito nella colonna sonora di Sakigake!!Otokojuku.

Quasi tutti i loro prezzi sono in lingua giapponese compresi i titoli che vengono trascritti in katakana nel caso in cui siano in inglese. Soprattutto a seguito del successo dei primi due dischi si sono guadagnati l’epiteto di band indie rock, anche se pur notando ad una prima impressione la loro anima rock, con un ascolto più attento ma in verità traggono ispirazione da svariati generi musicali: dalla musica tradizionale giapponese all’hard rock e al grunge, spaziando anche tra blues, punk e reggae. Per quanto riguarda i testi, definiti da una parte della critica “malsani” e con un suono distruttivo, i temi principali che vengono trattati sono la guerra, la solitudine, l’amore, la vita e la morte.

—recensione di Delia Pompili.