Boku no Naka no Otoko no Ko (僕の中のオトコの娘) (Giappone, 2012)

Regia: Kubota Shōji

Cast: Kawano Naoki, Kusano Kōta, Kinoshita Hōka

Genere: drammatico

Durata: 100 minuti

Kensuke è un giovane impiegato che, lavorando in un ambiente di costante mobbing e persistente bullismo da parte dei suoi colleghi, perde il posto di lavoro per una serie di errori “da novellino”. A seguito di questo trauma, si rinchiude nella sua stanza per svariati anni con internet come unico contatto esterno e il suo computer come solo interlocutore. Un giorno, casualmente si imbatte nel blog di Karen, un travestito che condivide sotto forma di blog tutti gli episodi più eclatanti delle sue giornate, suscitando curiosità nel giovane hikikomori che la contatta. I due si incontrano e proprio Karen sarà il nuovo collegamento con la società e la vita al di fuori della camera di Kensuke, restituendogli la spensieratezza e la felicità persa da tempo attraverso il crossdressing ma soprattutto per mezzo del suo modo di esprimersi senza restrizioni.

Il film ci aiuta a capire una realtà difficilmente affrontata da altri registi (e autori in generale), grazie ad una pellicola che risulta leggera ma che tratta temi molto pesanti, quali il maltrattamento, l’emarginazione e la depressione. Le magistrali interpretazioni degli attori riescono a dare credibilità e spessore ai personaggi che affrontano una realtà difficile e caratterizzata da isolamento sociale e, in certi casi, maltrattamento fisico. Il regista, inoltre, riesce ad accompagnarci durante l’evoluzione del personaggio in modo scalare, trattando il suo cambiamento in vari step e caratterizzando in modo evidente il suo rinnovamento psicologico e come persona. Vediamo, infatti, un Kensuke più felice e spensierato rispetto all’inizio, aiutato dai personaggi cardine quali Karen, Shizuka e la sorella maggiore, che faranno sì che il ragazzo possa esprimersi al meglio e possa capire chi è veramente senza mai giudicarlo.

 

— recensione di Giacomo Dima.