Regia: Sekine Kōsai
Durata: 109 min
Anno di uscita: 2018
Attori principali: Ishibashi Shizuka, Matsuhige Yutaka, Naka Riisa

La vita è difficile per Yasuko, soffre di depressione e ipersonnia e spende la maggior parte delle sue giornate sotto le coperte mentre la sorella maggiore la sprona a trovarsi un lavoro. Yasuko vive con il fidanzato, Tsunaki, che sembra riuscire sopportare la routine irregolare e ai cambiamenti di umore repentini della ragazza, ma che decide comunque di restare in una relazione con lei e supportarla economicamente. Lui è un impiegato per una rivista di gossip, non è felice durante le ore di lavoro e tornato a casa le sue cene consistono di tristi cibi preparati.

Nonostante il suo supporto, Yasuko ,frustrata dall’indifferenza del ragazzo e dalle costanti pressioni dalla sorella, incontra Ando, una ragazza che le procura un lavoro con l’obbiettivoperò di separare i due amanti per poter ritornare con Tsunaki. Yasuko viene assunta e questa esperienza la aiuterà a fare i passi giusti verso tempi migliori.

Love at least unisce elementi di dramma e romance, creando un’opera coinvolgente che mette davanti allo spettatore temi profondi: si potrebbe trovare la mancanza di motivazione e impegno da parte di Yasuko pesante ma vederla poi risbocciare dopo aver trovato un lavoro è rincuorante e porta lo spettatore a tifare per la ragazza.

I mucchi di vestiti e le sveglie che circondano il suo letto sembrano quasi proteggerla dalla realtà esterna, ed è proprio grazie a queste scelte cinematografiche che riusciamo a connettere con i personaggi. A questo concorrono anche le incredibili performance degli attori che riescono a portare in scena in maniera realistica ma rispettosa le emozioni dei personaggi.

La pellicola porta quindi non solo una rappresentazione di come la depressione può apparire in alcune persone, ma mostra anche l’influenza positiva che comprensione e supporto da persone esterne può avere sulle persone di cui ne hanno bisogno.

Recensione di Emma Dal Degan