Doi Nobuhiro parte 2 || Akushon! – I registi di JFS

Eccoci all’appuntamento n°2 su Doi Nobuhiro e la sua filmografia! Questa è Akushon, la rubrica dei registi di JFS. Seguiteci!

Hanamizuki è un film del 2010 che ci narra la storia d’amore appassionata e allo stesso tempo tormentata dei due protagonisti. Sae e Kōhei sono rispettivamente una ragazza molto dedita agli studi e un apprendista pescatore, che vivono in un paesino sperduto dell’Hokkaido e che, in maniera molto casuale, si conoscono e innamorano. La loro storia funziona alla perfezione, ma comincia a deteriorarsi dal momento in cui Sae entra in una prestigiosa università della capitale e si allontana dalla propria terra. Il sentimento tra i due soffre diversi colpi ma resiste, mentre la relazione si dimostra fragile e suscettibile all’ingresso di nuove figure nel corso della storia. L’interpretazione di Aragaki Yui e di Ikuta Tōma è apprezzabile e in generale il film descrive bene l’altalenare delle emozioni dei due, che rimangono sempre legati da un sentimento importante, simile al filo rosso del destino (akai ito) che unisce le coppie di amanti nell’immaginario giapponese. 

Ora due parole su The voice of sin, Tsumi no koe. Uscita nel 2020, questa pellicola di suspense si basa sul romanzo omonimo di Shiota Takeshi, ispirato alle vicende del cold case Glico Morinaga risalente agli anni ’80. Un reporter di nome Eiji indaga su un caso insoluto da più di 30 anni, dove un gruppo di persone estorceva denaro a grandi compagnie. Pare che nella dinamica del crimine siano coinvolte delle audiocassette da cui emergono le voci di tre bambini. Apparentemente, una di queste cassette viene ritrovata da un sarto di Kyoto, Sone, che la rinviene rovistando tra vecchi scatoloni del padre. La voce incisa è la sua e questo lo spinge a cominciare un percorso di ricerca della soluzione del caso, parallelo a quello del giornalista, ma con finalità totalmente diverse. Con un buon quantitativo di dorama che tuttavia non indulge in scene scontate o melense, il ritmo del film si mantiene elevato per più di due ore e propone una possibile riflessione su questo caso tuttora irrisolto della cronaca giapponese.

Continuiamo con Birigyaru, localizzato come Flying Colors, uscito nelle sale nel 2015. Con una brillante commedia drammatica Doi ci racconta la storia di Sayaka kudo, una vera e propria gyaru che trova a scontrarsi con il sistema scolastico giapponese. Dopo una sospensione da scuola per farla pagare al suo professore decide di entrare alla Keio University; per farlo però dovrà frequentare una scuola preparatoria dove incontrerà Tsubota Yoshitaka, un insegnante eccentrico che basa il suo insegnamento sugli interessi dei suoi alunni. Il regista rappresenta con un cast giovane e talentuoso una storia di redenzione molto classica ma con un taglio registico diverso, simi le ad una serie tv che la rende più apprezzabile e unica nel suo genere. Inoltre, alcuni personaggi con le loro assurde motivazioni rendono ancora più peculiare la pellicola.

Concludiamo con Ima ai ni yukimasu, noto con il titolo internazionale di Be with you, del 2004. La pellicola da voce alla storia di Takumi e Yūji, una coppia padre e figlio che l’anno prima dell’inizio del film hanno visto morire Mio, madre di Yūji nonché moglie di Takumi. Tuttavia, Mio prima di morire fa una promessa dicendo che nella prossima stagione delle piogge ella sarebbe ritornata. Ai protagonisti sembra impossibile mantenere una promessa del genere, ma durante la predetta stagione delle piogge ritroveranno Mio che purtroppo però ha perso tutti i ricordi della sua vita precedente. Una storia drammatica questa volta con un taglio molto più classico rispetto ad altre pellicole posteriori ma che comunque riesce a comunicare tutti i suoi messaggi grazie alla delicatezza dell’occhio registico di Doi Nobuhiro.

E anche per questo regista siamo giunti alla fine! Potete guardare il nostro video qui. Se volete approfondire le vite e le opere di altri registi giapponesi non vi resta che continuare a seguirci con Akushon!

 

Doi Nobuhiro parte 1 || Akushon! – I registi di JFS

Ben ritrovati! Questa è Akushon!, la rubrica dei registi giapponesi di JFS e oggi vi parliamo di Doi Nobuhiro!

Nato a metà degli anni ’60 nella prefettura di Hiroshima, Doi cresce con una passione per il cinema trasmessagli anche dall’opera del concittadino Hasegawa Kazuhiko, specialmente tramite la pellicola Taiyō wo Nusunda Otoko, resa in inglese col titolo The man who stole the sun. All’università, Doi frequenta l’ateneo Waseda della capitale e si laurea nell’ambito delle scienze politiche ed economiche. È in questo periodo che prende i primi contatti anche col palcoscenico, facendo parte di un gruppo di ricerca sulle arti drammatiche nell’ambiente universitario stesso. Una volta laureato, entra a far parte della nota emittente TBS di cui dirige diverse serie tv molto viste e presenti nel dibattito di pubblico e critica, a tal punto da essere ribattezzato come “regista-asso” del canale TBS. Tra i dorama più rilevanti della sua carriera troviamo Ai shite iru to itte kure, in inglese Tell me that you love me, insieme a Beautiful Life e Good Luck. Tra i film da lui girati spiccano titoli come Ima, ai ni yukimasu e Nada Sōsō, noto anche col titolo di Tears for you.

Come abbiamo detto, la carriera di Doi Nobuhiro inizia nel piccolo schermo e tutt’ora le sue principali opere sono destinate per questo medium, infatti contiamo soltanto 8 lungometraggi. Questa sua attività sulle serie tv, soprattutto dorama, si rifletterà nella sua produzione cinematografica regalandoci delle opere con un taglio registico tipico di una serie tv ma che comunque riesce a rimanere godevole nel lungometraggio. Tra le sue opere possiamo menzionare Ima, ai ni yukimasu del 2004 nonché opera prima, Hanamizuki del 2010 dove troviamo rappresentata una storia a distanza tra una giovane ragazza e un aspirante pescatore, Birigyaru del 2015, lungometraggio sul riscatto di una ragazza del liceo considerata senza speranze e, infine, The voice of Sin, uno degli ultimi apprezzati lavori del regista.

Se vi abbiamo incuriosito con la vita di Doi Nobuhiro, continuate a seguirci per scoprire di più sulle opere menzionate nel video di oggi. A mercoledì prossimo con Akushon!

Flying Colors (2015)

Flying Colors (ビリギャル)

Durata: 117 minuti
Regia: Doi Nobuhiro
Attori principali: Arimura Kasumi, Itō Atsushi
Musica: Segawa Eishi
Anno: 2015

In Flying Colors, in giapponese Biri Gyaru (ビリギャル), Doi Nobuhiro ci fornisce una prova per certi versi semplice e prevedibile, che tuttavia ci colpisce per la fluidità della narrazione e la sincerità dei momenti drammatici, senza scadere in un lirismo o un’affettazione facilmente riscontrabili in prove su temi simili (come può essere la biografia su uno spezzone di vita tratto da una storia vera e con un finale felice). Sayaka, interpretata dalla nota Arimura Kasumi, è un’adolescente con difficili rapporti sociali e una passione per le minigonne e le tinte per capelli. Visibilmente indifferente ai suoi risultati scolastici, per motivi superficiali decide di tentare l’esame d’ingresso a una delle più prestigiose università della capitale, l’ateneo Keio. L’impresa appare disperata, ma la madre, impersonata da Yoshida Yō, cerca sinceramente il bene della figlia e la iscrive a un doposcuola di preparazione agli esami d’ingresso all’Università. Chiave di volta del suo cambiamento è il mentore che prende a cuore la situazione di Sayaka, il dedito e creativo Yoshitaka. Grazie alle idee mirabolanti dell’insegnante e all’impegno indefesso della neo-studentessa, il traguardo viene raggiunto e il finale felice è garantito, così come nella storia reale da cui è tratta la sceneggiatura.

La prova degli attori alza il livello qualitativo della pellicola e in essa si distinguono tanto la studentessa e l’insegnante, quanto i genitori della ragazza. Questi ultimi in particolare riescono a conferire un taglio davvero umano alla relazione adolescente-genitore, specialmente nell’ambito della lite familiare occasionata dal padre nel suo pervicace sostegno a un’improbabile carriera da giocatore di baseball professionista dell’altro figlio, Ryūta. Nel corso del film si tocca inoltre uno dei temi portanti vissuti dall’adolescenza giapponese, ossia la questione degli esami d’ingresso all’Università, grande croce del sistema educativo nipponico (e, più in generale, asiatico). L’approccio traumatico a questo sistema viene ammorbidito dalla figura del maestro, che trasmette un’immagine totalmente positiva e ricca di speranze per la protagonista (e, in generale, per il mondo studentesco). In conclusione, il film trasmette in maniera efficace e diretta le emozioni di cui si imbevono i suoi protagonisti, dei quali risalta l’ottima capacità attoriale e che di fatto rendono l’opera un intrattenimento leggero e piacevole.

—Recensione di Antongiorgio Tognoli.

Ima ai ni yukimasu (2004)

Ima, ai ni yukimasu, conosciuto anche con il titolo internazionale Be with You, è un film drammatico del 2004 diretto da Doi Nobuhiro e basato sull’omonimo romanzo di Ichikawa Takuji.

La storia si apre con la prematura morte di Mio, una giovane donna, che lascia suo marito Takumi e suo figlio di sei anni, Yuji. Prima di morire, fa al suo amato una promessa apparentemente impossibile da mantenere: un anno dopo, durante la stagione delle piogge, ritornerà da loro.

Al di là di ogni aspettativa, Mio tiene fede al suo impegno: si ripresenta davvero dinanzi a Takumi e Yuji, ma senza nessun ricordo della sua vita precedente. Così, l’uomo cerca di svelare l’inspiegabile mistero relativo al ritorno di sua moglie. Ma alla fine della stagione delle piogge, dovranno separarsi per sempre e dirsi addio definitivamente.

La pellicola ha vinto il premio per il Miglior Attore non Protagonista ai Nikkan Sports Film Awards del 2004, ed è stata nominata ai Japan Academy Awards del 2005 e agli Hong Kong Film Awards del 2006.

Quando due anime si trovano, niente può separarle, neanche la morte. Ecco il messaggio che Ima ai ni yukimasu vuole trasmetterci attraverso una storia così profonda e commovente. Se volete emozionarvi e scoprire il mistero della ricomparsa di Mio, non potete perdere questa occasione!

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