18 Agosto 2021 | Registi
Ciao e ben ritrovati ad Akushon! Oggi è il secondo appuntamento con la regista Nishikawa Miwa, non perdiamo tempo e andiamo subito a vedere alcuni dei suoi più noti titoli! Si parte con… Yureru!
In questa pellicola del 2006, Nishikawa ci porta a svelare le trame sopite di una famiglia giapponese. Un fotografo di successo, il secondogenito Takeru, torna a casa per il funerale materno. Col suo rientro nella casa natale emergeranno le tensioni di un tempo, specialmente con il padre, che l’avevano condotto ad immergersi negli orizzonti più ampi della capitale, Tokyo. L’apparentemente tranquillo rapporto col fratello maggiore, Minoru, mostrerà sfumature non evidenti dall’inizio: sarà un avvenimento clou, la morte di una donna voluta da entrambi, Chieko, a scatenare il travaglio interiore di Takeru. Le sue memorie del giorno della morte di Chieko, caduta da un ponte nella foresta durante una gita coi due fratelli, sembrano carenti di dettagli e della sufficiente nitidezza: qui intervengono le memorie, i rancori nascosti, le amarezze dimenticate che hanno segnato il rapporto di fratellanza tra i due protagonisti e che ora riemergono con tutta la loro forza.
In Dear Doctor, Keisuke Soma è un dottore in formazione, giovane e intraprendente, che viene mandato in un villaggio ad assistere il medico locale. Subito però si accorgerà che c’è qualcosa di strano, poiché ogni cittadino del villaggio ama il medico di nome Ino. Costui infatti appare sempre disponibile, gentile e pronto ad aiutare chiunque, dando la propria assistenza anche ai malati terminali, tra i quali una signora con un tumore allo stomaco non curabile. Quest’ultimo caso scatenerà vari imprevisti che porteranno il protagonista a scoprire che il medico Ino e i suoi assistenti in realtà hanno ingannato tutti quanti. Ma anche con l’inganno sono riusciti a farsi apprezzare dai locali, lasciando il nostro protagonista molto dubbioso se proseguire o meno il suo soggiorno nel villaggio.
The Long Excuse comincia in maniera cruda con la morte della moglie del protagonista, che avviene mentre lui la tradisce. Inizialmente egli non appare scosso da questo lutto, tuttavia, a seguito di un incontro molto particolare, il suo atteggiamento muterà, conducendolo a una scelta che gli cambierà la vita. In questa pellicola la cineasta racconta la realtà del lutto da due punti di vista differenti senza tralasciare nessuna fase della sua elaborazione e del cambiamento che questo porta nelle persone. Nonostante la tematica, il film procede mantenendo un certo interesse in chi guarda e mostra a tratti un’atmosfera intima che mette a suo agio lo spettatore.
E con questa pellicola chiudiamo l’appuntamento di oggi! Potete guardare il nostro video cliccando qui. Grazie per averci seguito, vi invitiamo a rimanere aggiornati sulle nostre pagine social nei link in descrizione. Arrivederci alla prossima puntata dei registi di JFS!
15 Agosto 2021 | Film e Serie TV
Titolo: The long excuse
Titolo originale: 永い言い訳
Regista: Nishikawa Miwa
Uscita al cinema: 14 ottobre 2016
Durata: 124 minuti
La Trama
Saicho Kinugisawa è uno scrittore dal carattere molto difficile, cinico e distaccato. Una sera mentre consuma un rapporto sessuale con la sua amante viene a sapere che sua moglie muore in un incidente stradale. Non ne è particolarmente colpito, per via del fatto che da parte sua non ci fosse vero amore verso la moglie, tuttavia essendo un personaggio pubblico gli vengono fatte domande e interviste sulla defunta moglie e nel rispondere finge estremo dolore e rammarico. Durante il funerale però incontra un amico della moglie che ha subito un lutto per lo stesso incidente. Per il suo cinismo e la sua concezione di dover apparire dispiaciuto si offrirà di dare una mano a badare ai figli dell’amico, non sapendo però che questa sua scelta dettata dal suo distaccamento emotivo gli cambierà la vita
L’elaborazione del lutto
Subire un lutto non è una situazione facile a livello emotivo e ognuno reagisce in maniera molto differente a seconda del suo carattere. Il messaggio che la regista voleva mandare era proprio questo rappresentando le diverse vite dei due protagonisti che improvvisamente si trovano immersi nella stessa situazione. Il ruolo dei bambini inoltre è fondamentale: grazie alla loro ingenuità data dalla giovane età vedono tutto con occhi diversi e anche loro devono combattere contro dispiacere e tristezza dovendo anche però affrontare contemporaneamente una situazione economica e familiare non delle migliori.
Trasformazione
La tematica centrale nel film, oltre al lutto, è come un’esperienza traumatica possa cambiare radicalmente le persone. Nishikawa lo rappresenta in maniera precisa e dolce senza tralasciare o saltare alcuna parte di questo processo. Lo si vede in maniera molto spiccata nel personaggio di Saicho che, a causa di vari avvenimenti dopo la morte della moglie, e anche grazie ad una grande prestazione attoriale di Motoki Msashiro, arriverà a capire che il se stesso scrittore non era la persona adatta a superare questo terribile evento e che sarebbe dovuto cambiare in tutto e per tutto.
—recensione di Massimo Magnoni.
12 Agosto 2021 | Registi
Ciao e bentornati alla rassegna Akushon, i registi di JFS, che continua anche ad agosto! Oggi torniamo a parlarvi di una regista donna: partiamo dalla biografia di Nishikawa Miwa!
Nishikawa nasce nel 1974 a Hiroshima, città situata nel sud dell’isola principale dell’arcipelago e tristemente nota per i fatti della bomba atomica. La sua educazione accademica la porta a spostarsi a Tokyo, all’Università di Waseda, dove otterrà una laurea in Letteratura. In ambito cinematografico, poi, la sua prima formazione è guidata dal noto cineasta Hirokazu Kore-eda, che sarà anche il produttore del suo primo titolo, Wild Berries. In qualità di assistente regista lavora anche a contatto con Yoshimitsu Morita, durante le riprese del thriller Kuroi ie e ancora nel 2001 per il film Distance. Dai primi anni Duemila comincia poi a lavorare in proprio guadagnando una buona fama in ambito nazionale ed internazionale, vincendo diversi premi cinematografici.
Nishikawa Miwa fa parte di un nuovo gruppo di registe, tra cui Ogigami Naoko, tutte nate nella prima metà degli anni ’70 che si differenzieranno dalla produzione cinematografica precedente, come ad esempio quella di Kawase Naomi. Un cinema molto delicato e non violento che, con una narrazione misurata e una grande sensibilità mette in luce diversi aspetti e contraddizioni della società giapponese contemporanea: dai rapporti familiari al culto delle apparenze, dai rapporti familiari all’affermarsi di nuove figure femminili più indipendenti fino ad arrivare al ruolo della sessualità nella vita di tutti i giorni. Avendo però esordito nel nuovo millennio, la sua filmografia conta per ora nove opere, tra cui possiamo trovare: Hebi Ichigo, opera prima che parla del crollo di una rispettabile famiglia borghesecausato dai debiti del padre; Yureru, vincitore del Kinema Junpo Award per la miglior sceneggiatura; Dia Dokutā, che ha come protagonista un uomo che in una remota provincia del Giappone si finge medico per conquistarsi la riconoscenza degli abitanti locali e Subarashiki Sekai, vincitore del premio di miglior film internazionale al Festival del Cinema Internazionale di Chicago.
Se volete scoprire altre curiosità sui film di Nishikawa Miwa e sulla sua carriera, potete guardare il nostro video qui e ci vediamo per la seconda parte mercoledì prossimo!
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